L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio uno dei comparti agricoli più performanti della Campania, il florovivaismo. Coldiretti Campania comunica che sono a rischio 50 milioni di euro di fatturato e circa 20.000 addetti tra aziende agricole e indotto. Con il divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali ma anche per il blocco della mobilità, il mercato dei fiori è praticamente fermo. “A soffrire – spiega Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – è sia il mercato nazionale che quello estero, che vale l’80% del fatturato complessivo. I fiori dell’area vesuviana e salernitana hanno conquistato il mondo, facendosi apprezzare in eventi importanti come il Festival di Sanremo. Ad oggi i camion già partiti sono tornati con il carico, costringendo le aziende a distruggere i prodotti, a causa dei blocchi al confine ed in dogana di tanti paesi, UE ed extra-UE, tenuto conto anche dei ritardi e delle difficoltà del trasporto su gomma. Già prima dell’8 marzo il mercato è calato del 60% fino ad arrivare all’80-90% di questi giorni per chiusura dei mercati di Francia e Germania. Oltre ai tir che rientrano con prodotti invenduti, l’incertezza è anche per quello già consegnato per cui non si ha la certezza del pagamento”. All’estero molti Paesi, come Croazia, Albania, Grecia e Romania, ma anche Spagna e Francia, dove sono dirette le piante da esterni Made in Italy, da giorni stanno facendo blocchi o richiedono quarantena agli autisti anche se loro concittadini mentre in Austria i controlli causano decine di km di code alla frontiera. Il settore ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità alle aziende – spiega Coldiretti Campania – con finanziamenti a tasso zero ed una sospensione delle scadenze dei mutui, delle bollette, interventi straordinari come la cassa integrazione per i dipendenti ed interventi per sostenere le imprese che hanno perso la produzione per l’impossibilità di commercializzarla in conseguenza delle limitazioni nel commercio interno ed estero. Senza credito d’emergenza da parte del governo e delle banche – conclude Coldiretti Campania – molte aziende nel settore della floricoltura falliranno nel giro di poche settimane.  A causa della perdita della domanda, le aste mostrano non solo prezzi molto bassi, ma anche uno spin-off senza precedenti di prodotti di alta qualità. La posta in gioco è la sopravvivenza di molte aziende, sia i coltivatori che le società commerciali.  La floricoltura occupa una posizione unica perché riguarda prodotti freschi: i fiori non possono essere conservati per una successiva commercializzazione.

di Emanuela Rescigno