Un fondo di garanzia che, attraverso le banche anche di credito, tuteli i vari enti di terzo settore compresi i più piccoli. L’istituzione di un tavolo nazionale alla stessa stregua delle altre categorie lavorative da salvaguardare in questo periodo di emergenza da Coronavirus. Il riconoscimento, cosa già ribadita nei giorni scorsi, del 100% del proprio stipendio anche in questo periodo di blocco delle attività. Sono le rivendicazioni del gruppo degli Educatori Consapevoli Organizzati (Eco), in questo periodo in cui il Governo Nazionale sta adottando misure volte alla tutela dei settori produttivi del Paese messe a dura propria dal propagarsi del Covid 19. «La prospettiva, indicata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di estendere gli ammortizzatori sociali a tutte le categorie su tutto il territorio nazionale e l’individuazione di 25 miliardi di euro per far fronte alle diverse situazioni di crisi va sicuramente nella giusta direzione – affermano dagli Eco – ma non assicura che nello specifico si riesca a far fronte alle reali esigenze di salvaguardai di tutti i lavoratori». La preoccupazione è stata ribadita dalla branca napoletani degli Educatori Consapevoli Organizzati in un recente incontro in videoconferenza con l’assessore comunale al Welfare Monica Buonanno in cui si è affrontato il tema della «estrema disomogeneità nella composizione e nel trattamento dei lavoratori che caratterizza il Terzo Settore Italiano» con grandi strutture al Nord e medio piccole al Sud, a partire da Napoli. Tale disparità, è l’allarme degli Eco, può scatenare «un darwinismo sociale nella quale le imprese più grandi e i lavoratori più garantiti riescano a far valere maggiormente i propri diritti rispetto a quelli la cui situazione lavorativa è maggiormente precaria». Ad essere responsabilizzati dovranno essere, secondo anche quanto discusso nel confronto con l’Assessorato al Welfare, gli stessi datori di lavoro delle varie strutture del Terzo Settore coinvolgendo anche le organizzazioni sindacali per la tutela dei diritti degli educatori ora seriamente in difficoltà. 

Di Antonio Sabbatino