Diventare protagonisti del proprio futuro attraverso la musica, replicando il modello vincente dell’orchestra Sanitasamble nata 11 anni fa. Per ben 35 bambini del quartiere Forcella si profila un’esperienza affascinante grazie al progetto di formazione orchestrale Piccola Orchestra di Forcella, sostenuto e finanziato attraverso sponsor privati da L’Altra Napoli Onlus, che proprio nel quartiere del centro storico di Napoli ha inaugurato poche settimane fa in via delle Zite la Casa di Vetro foriera di diverse attività a favore dei più piccoli. I ragazzini, di età compresa dagli 8 ai 13 anni, della Piccola Orchestra di Forcella avranno come maestri proprio gli orchestrali di Sanitàsamble che trasmetteranno i segreti del proprio vissuto musicale e di riscatto sociale capace di travalicare i confini nazionali. Ieri, mercoledì, il primo passo di questa interazione musicale: la donazione degli strumenti ai partecipanti al progetto avvenuta alla chiesa dell’Annunziata, dove i ragazzi della Piccola Orchestra di Forcella si eserciteranno, alla presenza tra gli altri del sindaco Luigi de Magistris e dei vertici locali dell’Arma dei carabinieri. «Il messaggio è un messaggio di continuità dopo l’inaugurazione della Casa di Vetro» afferma il vicepresidente de l’Altra Napoli Onlus Antonio Lucidi che poi guarda anche alla progettualità future come il «recupero della chiesa della Devozione della Santa Croce, quello del sito archeologico dei Mannesi e la realizzazione di murales». Maurizio Baratta, coordinatore della Piccola Orchestra Forcella, spiega: «I ragazzini incontrano lo strumento, lo cominciano ad usare ed appena fanno uscire le prime note immediatamente le mettono al servizio dell’orchestra iniziando a fare prove. È un sistema in cui bastano poche note, si cresce e si armonizza insieme. Forcella ha aderito con entusiasmo, i ragazzi partecipano con grande assiduità». Primo appuntamento per i nuovi talenti musicali il prossimo 22 dicembre con un concerto di Natale. «Il significato è speciale, la musica crea un’aggregazione sana e con la bellezza dell’armonia. In un gruppo di un’orchestra tutti sono indispensabile e se questo fare gruppo riuscissero a farlo anche i grandi nella vita di tutti i giorni del quartiere le cose andrebbero meglio e quindi l’orchestra davvero dovrebbe essere lo specchio della città stessa, di una comunità». A dirlo è don Luigi Calemme, parroco della chiesa dell’Annunziata. 

di Antonio Sabbatino