Essere napoletano vuol dire appartenere a tutta la città, vuol dire confrontarsi e convivere con tutti i quartieri, dalle diverse dimensioni sociali e culturali, senza illudersi di poter vivere e recintarsi nella zona più tranquilla della città. I rischi, lo sappiamo bene, esistono, ma la responsabilità è di tutti i cittadini, perché viviamo in società, perché Napoli è la nostra città, perché non possiamo pensare di poter conservare i nostri privilegi senza avere il coraggio di costruire un futuro migliore anche per gli altri. Investire sull’educazione e sui diritti sociali nei quartieri più difficili vuol dire fare un investimento di cui avremo beneficio non solo noi, ma anche i nostri figli, quando cammineremo più tranquilli in ogni zona di Napoli. Lungimirante e tenace, Carmela Manco, ha compreso tutto questo già molti anni fa, negli anni 80, quando con un finanziamento di Banca Etica ha comprato una vecchia fabbrica abbandonata in uno dei quartieri più degradati della città, San Giovanni a Teduccio. La vecchia fabbrica si è trasformata in futuro migliore per tutti i ragazzi del quartiere che hanno cominciato ad essere parte della onlus di Carmela “Figli in Famiglia”. Oggi Carmela ha un nuovo obiettivo da raggiungere per i suoi ragazzi e per i suoi bambini e si appella alla generosità dell’imprenditoria napoletana: «Chiediamo principalmente un contributo economico ma qualunque tipo di offerta è per noi una grazia, anche la possibilità di avere materiali inutilizzati dalle imprese, una settimana di lavoro regalata, un impianto elettrico. Tutto quello che può servire per costruire è oro». Parte del progetto è già stata finanziata dalla Fondazione Grimaldi, ma il lavoro da portare avanti è tanto. Carmela vuole creare un’aula per il doposcuola e una ludoteca che resti aperta dalle 8 di mattina alle 9 di sera, dove i bambini possano avere i loro spazi ed essere seguiti nello studio e nella formazione e dove ci sia spazio anche per le attività rieducative riservate alle giovani mamme. «Molte mamme si fermano qui quando vengono a prendere i bambini», racconta Carmela e continua: «Imparano a stirare, a fare i dolci. Incredibile quanto sia bello ed educativo preparare un semplice dolce. S’impara a pesare, misurare, insomma una disciplina che poi si riversa anche nella vita quotidiana». La presidentessa garantisce: «ci sarà una persona “per bene” in più per le strade di Napoli»

di Lea Cicelyn