Oltre le narrazioni stantie e spesso false, alle quali contrappoRre la realtà dei fatti di un quartiere che ha intrapreso il positivo percorso di rinascita e normalità pur con tutti gli ostacoli del caso. Il Campus Antimafia Estivo, organizzato dall’Officina delle Culture di Scampia e che vede la partecipazione dei ragazzi provenienti di tutt’Italia, è giunto al sesto anno. Ma ora c’è una novità: «Quest’anno, per la prima volta, le attività le faremo proprio all’Officina delle Culture con sede in via Arcangelo Ghisleri, nel cuore di Scampia. Stiamo andando alla grande, in settimana accoglieremo un gruppo di ben 140 ragazzi» spiega il presidente, Ciro Corona. Gestore con il gruppo (R)Esistenza Anticamorra del fondo rustico Amato Lamberti di Chiaiano, bene confiscato alla camorra dove gli altri anni i partecipanti al Campus dormivano con i sacchi a pelo e le tende. Anche se il “quartier generale’’ si è spostato a Scampia, al fondo rustico anche quest’anno i ragazzi comunque si recano al mattino per prendersi cura dei pomodori e del vigneto. «L’obiettivo del campo è quello di fare antimafia abbattendo i luoghi comuni – spiega Corona – I partecipanti vanno in giro per il quartiere visitando le vecchie piazze di spaccio ora restituite al territorio. Non solo: i ragazzi incontrano le associazioni del territorio e si sfata il mito delle Vele». Proprio sul Lotto M, il legale di (R)Esistenza Anticamorra, è netto: «Non andiamo a visitare i gorilla in gabbia ed anche i ragazzi si rendono conto che le Vele non sono il fortino dei Savastano o dei Di Lauro come ci racconta la fiction, ma è il simbolo di 30 anni di abbandono istituzionale. Scampia si sta già decentrando dall’immagine delle Vele. Il solo fatto di averla cantierizzata, sembra già passato ed è già una bella cosa». Nel pomeriggio di venerdì in cui ci rechiamo all’Officina delle Culture, ci imbattiamo nel gruppo scout di Agesci “Monte Pavione’’ di Feltre, in provincia di Belluno. I 15 ragazzi di cui si compone il gruppo, tutti compresi tra i 17 e i 21 anni d’età, sono appena tornati da un tour nel quartiere. Giuseppe, il capo scout, dà la sua testimonianza. «Il degrado l’abbiamo visto alle Vele di Scampia, ma tutt’intorno il quartiere ci è parso dignitoso come di qualsiasi altra città italiana. Il quartiere di 10 anni fa non è quello di adesso, c’è stata la volontà della gente di cambiare e superare la situazione apocalittica. È stata una rivoluzione di popolo. Anche io ho visto la fiction e sembrava che il quartiere fosse altro». I ragazzi sembrano condividere. «I pregiudizi girano, ma quando si decide di fare qualche esperienza del genere bisognerebbe partire senza avere un’idea precisa e di arrivare a mente libera perché non ha nemmeno senso partire. Scampia ha delle persone davvero accoglienti, ci siamo sentiti a casa. Napoli è una città molto viva e i quartieri del centro visitati, sono fantastici. Ci è parsa pulita ed ordinata». Tornando a Scampia, Ciro Corona mette in guardia. «I clan si stanno riorganizzando, hanno aperto di nuovo le piazze di spaccio in alcuni lotti. Manca, oggi, la collaborazione con le forze dell’ordine, cosa che accadeva negli anni difficili. Ma c’è il pericolo che i clan, una volta riorganizzatisi ed avendo le casse piene potranno nuovamente comprarsi la fame della gente. Società civile e istituzioni hanno la responsabilità di non aver costruito nulla in questi 10 o 15 anni». 

di Antonio Sabbatino