NAPOLI- «Lo spettacolo – scrive Bauduin – si articola in vari piani drammaturgici e musicali: l’esecuzione de La Cantata per la notte di Natale di Alessandro Scarlatti, per orchestra, 5 voci soliste e organo, al cui interno i recitativi secchi sono stati sostituiti da alcune scene della Cantata dei Pastori di Andrea Perrucci recitate da attori/cantanti della Compagnia Gli Alberi di Canto Teatro, a loro saranno anche affidate le esecuzioni di alcuni brani natalizi della tradizione campana insieme a una compagine corale strutturata da La Corale per San Giovanni che abbiamo costituito come laboratorio permanente negli spazi del Beggar’s Theatre – Il Teatro dei mendicanti. Infine, in alcuni momenti, il personaggio di San Giuseppe, come un immaginario Luca Cupiello, esporrà, in maniera estemporanea, alcune notizie sugli aspetti magico-religiosi e popolari del presepe napoletano, quasi come se lo spettacolo fosse un viaggio onirico nella tradizione natalizia campana. Infine, alla struttura generale, come negli oratori barocchi, affiderò il ruolo di un Evangelista a una voce recitante individuata nella figura emblematica di Padre Alex Zanotelli, il quale reciterà il viaggio di Giuseppe e Maria di Saramago e alcune poesie di Pasolini tratte dalla raccolta L’usignolo della chiesa cattolica; la presenza di Alex Zanotelli costituisce un elemento di raccordo, un anello metatemporale che riporta tutti gli elementi religiosi, teatrali, musicali e poetici della rappresentazione in una dimensione di “tempo presente”, ovvero di un riferimento ai problemi della contemporaneità raccontati in chiave metaforica, senza cadere nel tranello di una rappresentazione di cronaca, la quale allontanata dalla sua chiave poetica, rischierebbe di diventare pretenziosa e scioccamente polemica, mentre, crediamo, che la poesia possa essere un modo di ri-osservare la realtà e darne una chiave interpretativa fuori dal tempo e quindi una possibile via di riscatto».