NAPOLI – All’ingresso della scuola una decina di ragazzini scatenati si cimentano con le acrobazie della breakdance. Nell’auditorium c’è Maurizio Capone, musicista e cantautore napoletano che si esibisce esclusivamente con strumenti fatti con materiali di riciclo: mostra al giovanissimo pubblico – adolescenti dagli undici ai sedici anni – come ‘far suonare’ barattoli, scope, taniche. Nella sala accanto, invece, ci sono i Damadakà – gruppo che promuove il recupero della memoria musicale attraverso una ricerca sulle origini della musica popolare del Sud Italia – con i bambini di sei o sette anni: costruiscono piccoli putipù con lattine dei pomodori, ritagli di sacchi di plastica, nastro adesivo, bastoncini di legno e spugnette, di quelle che si utilizzano in cucina. Ad aiutarli anche il cantante e percussionista tunisino Marzouk Mejiri. Così il Punto Luce di Save the Children di Barra – che ha sede nell’Istituto Comprensivo 68° Rodinò – ha reso omaggio alla Festa della Musica, che si celebra il 21 giugno in tutta Europa. Un pomeriggio tra laboratori, balli, integrazione, che ha visto questa scuola della zona orientale di Napoli trasformarsi in un palcoscenico rumoroso e coloratissimo. Il momento finale è stato un incontro tra culture, con tutti gli artisti saliti sul palco: tra loro M’Barka Ben Taleb, nota cantante e musicista tunisina innamorata di Napoli – indimenticabili le sue interpretazioni in Passione di John Turturro –, che ha chiuso la festa sulle note travolgenti di Tu vuò fa’ l’americano e Tammurriata nera.


Scuola di vita – Nel Punto Luce di Barra si lavora ogni giorno per offrire ai bambini e giovanissimi del quartiere, dai sei ai sedici anni, un posto in cui imparare, divertirsi, crescere. Le attività vengono svolte grazie al prezioso operato della cooperativa sociale Il Tappeto di Iqbal, da anni presente nel territorio della VI Municipalità a supporto dei minori a rischio di esclusione sociale. «Girando l’Italia con i nostri spettacoli di teatro-circo abbiamo attirato l’interesse di Save the Children – spiega Giovanni Savino, presidente della cooperativa e coordinatore del Punto Luce di Barra, inaugurato nel 2015 –, che all’interno della Rodinò ha riqualificato due ambienti, ora dedicati ai laboratori, un campo da calcio e uno da basket adiacenti all’istituto e precedentemente inagibili». Riguardo alle attività, «abbiamo iniziato con quelle storiche de Il Tappeto di Iqbal, il circo sociale e la pedagogia circense, e in seguito abbiamo acquistato la struttura per trapezio e tessuto. Il rischio affascina i ragazzi, soprattutto se sono in strada o in uno stato di abbandono: noi ragioniamo sull’idea di rischio positivo proponendo loro la trampoleria, il parkour, il trapezio e i tessuti. E poi facciamo calcio maschile e femminile, pallavolo, rugby – grazie a un accordo con la Polisportiva Partenope –, dodgeball. Coltiviamo anche un orto sociale». Oltre alla collaborazione con Save the Children c’è quella con il Comune di Napoli, con il progetto Inlubal, «rivolto agli adolescenti attraverso idee sperimentali e alla seconda annualità – continua Savino –. Abbiamo puntato sulla realizzazione di tre murales nei tre quartieri della VI Municipalità: il primo è in questo istituto, il secondo al De Cillis di Ponticelli, mentre il terzo lo faremo a luglio a San Giovanni a Teduccio, con la Onlus Figli in famiglia». «In un territorio difficile come questo, il Punto Luce di Save the Children con la cooperativa Il Tappeto di Iqbal hanno saputo costruire un supporto importante per i ragazzi, che spesso hanno un vissuto doloroso che condiziona la loro vita scolastica – aggiunge la dirigente del 68° Rodinò, Teresa Sasso –. La scuola del mattino, curriculare, e le attività pomeridiane sono tutt’uno, diventando così un punto di riferimento per bambini e ragazzini che non hanno alternative valide nel loro quartiere, una scuola di vita».

di Paola Ciaramella

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