ROMA – Un abuso sessuale su un minore ogni 72 ore. Nel 40% dei casi la vittima ha meno di 10 anni. Un terzo delle vittime rimane in silenzio e tace dell’abuso per paura, senso di colpa o vergogna, mentre in molti raccontano tardi. Il fenomeno è drammatico e gravemente sottostimato, denuncia Telefono Azzurro, proprio perché si fa fatica a parlare e la denuncia arriva spesso dopo anni. Le nuove forme di abuso viaggiano sul web e stanno aumentando. Domani l’associazione affronterà tutto questo e lancerà una chiamata all’azione in vista della Giornata Nazionale contro la Pedofilia e Pedopornografia.
“Nel 2017, ogni 72 ore circa si è verificato un caso di abuso sessuale su minore, in 4 casi su 10 la vittima ha meno di 10 anni, con una prevalenza di bambine (71,7%)”: questi i dati anticipati dal Telefono Azzurro in occasione del convegno “Abuso sessuale e pedofilia: conoscere il fenomeno per rompere il silenzio”, organizzato domani da SOS Il Telefono Azzurro Onlus. “I dati del 2017 mostrano un quadro sostanzialmente stabile rispetto al 2016 e al 2015, ma si tratta di un fenomeno fortemente sottostimato, del quale è difficile fornire una fotografia strettamente realistica. Basta pensare che 1 vittima su 3 tace per paura, per vergogna o senso di colpa e molti denunciano troppo tempo dopo, anche a venti o trent’anni dall’accaduto”.
Secondo i dati relativi alla linea 114 Emergenza Infanzia dell’Associazione, “le denunce di abuso sessuale o pedofilia rappresentano circa il 7,5% del totale dei casi gestiti dal servizio. Il 70,4% degli abusi si verifica offline, la maggior parte rientra nella categoria dei toccamenti (21,7%), seguito da penetrazione vaginale (8,6%) e dalla costrizione ad assistere ad atti sessuali (4,4%)”. C’è poi la crescente minaccia del web che offre nuovi spazi ai predatori della Rete, che si celano dietro false identità e anonimato per adescare bambini e adolescenti. Sono tante le nuove forme di abuso veicolate dal web. C’è il sexting, l’invio di contenuti sessualmente espliciti attraverso e-mail o chat. C’è il sextortion, diffuso soprattutto tra gli adolescenti, che consiste nel forzare qualcuno ad inviare video o immagini sessualmente espliciti. C’è il grooming, o adescamento online tramite chat, app e siti web. E c’è il live distant child abuse, cioè la condivisione in live-streaming di video pedopornografici. Tutti insieme rappresentano il 24,5% degli abusi online e hanno fatto registrare una crescita di circa un punto percentuale in soli 12 mesi. Nell’ultimo anno, inoltre, sono pervenute alla linea di ascolto 114 Emergenza Infanzia 1.250 segnalazioni di contenuti pedopornografici presenti su internet e sui media, e 23 situazioni di incitamento alla pedofilia.
Telefono Azzurro si mobiliterà per rompere il silenzio su tutto questo e “attivare una vera e propria call to action rivolta a tutti gli adulti, genitori ed educatori in primis, affinché imparino a riconoscere le situazioni di crisi ed intervengano in modo pronto.”

di Danila Navarra

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