NAPOLI – Nella sala delle Carceri di Castel dell’Ovo dal 14 al al 22 marzo, Mario Ferraro, artista ipovedente, sta tenendo una mostra di propri mosaici.
La mostra, che è aperta al pubblico dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18 e la domenica dalle 10 alle 13, non solo è un importante mezzo di aggregazione, ma è anche un efficace strumento di inclusione delle persone con disabilità visiva, perché spiega all’opinione pubblica che un ipovedente può tranquillamente cimentarsi nella pittura. Come afferma l’autore con una espressione che, oltre a dare il titolo alla mostra, può essere considerata emblematica, “L’arte non si fa con gli occhi, ma col cuore”.
Ferraro è una persona che ha scelto di sfidare il proprio handicap con la tecnica artistica che esige più di ogni altra la cura certosina del dettaglio: l’arte musiva, deputata al decoro ed alla materia che si fa spazio partendo dal particolare, dal colore che informa e vivifica. Essa è per sua natura , “arte paziente, degna della Muse” (come afferma lo stesso Ferraro) che, nell’occasione, si fa eccezionalmente portavoce dei disagi della maculopatia, una patologia che induce una riduzione notevole delle capacità visive e, dunque, della capacità di discriminazione dell’immagine.
Un lavoro, dunque, quello di Mario Ferraro che, sfidando a viso aperto i colpi della sorte, fa di questa sfida il terreno stesso della ricerca artistica e lo proclama.
Quest’occasione, può senza dubbio essere considerata, per l’artista torrese, la definitiva consacrazione al grande pubblico, dal momento che in pochi mesi Mario ha tenuto già due mostre a Napoli. Infatti, egli si fece conoscere dai napoletani, con un’altra mostra a latere dell’importantissimo Convegno “il non vedente del terzo millennio”, tenutosi nella sala consiliare della Città Metropolitana il 5 dicembre 2015, organizzato dalla sezione provinciale UICI di Napoli.

di Gianluca Fava

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