centro-liguoriNAPOLI – Carabinieri sfrattati dalla caserma, è muro contro muro tra l’amministrazione comunale ed i volontari che operano nel centro Liguori: struttura individuata come sistemazione momentanea per il trasferimento degli uomini dell’Arma. Il centro polifunzionale – in cui operano in regime di volontario diverse associazioni che si occupano di disabilità come “Annabella”, “Solidarte”, “L’Unione italiana ciechi ed ipovedenti”, la “Real Vesuviana” e di minori a rischio come la “Mir” – è stato individuato dall’amministrazione comunale come una delle strutture più adatte per ospitare, seppur momentaneamente, i carabinieri orfani della struttura di via D’Auria. Un primo incontro tra le parti c’è già stato al termine dell’ultima riunione dei capigruppo, nell’ambito della quale i componenti si erano confrontati sull’argomento. Dopo l’ultimo consiglio comunale di alcuni giorni fa, è stata istituita una commissione consiliare ad hoc, composta da tre consiglieri di maggioranza e due dell’opposizione. Potrebbe passare ancora qualche giorno prima che la commissione si esprima riguardo al trasferimento dei locali dell’Arma e dunque circa la possibilità che venga dimezzato lo spazio del centro Liguori che ora è a disposizione delle associazioni.
Il primo cittadino ancora non ha preso una decisione, ma si è espresso più volte sulla volontà di non perdere il presidio dei militari su un territorio già fortemente a rischio criminalità. I volontari, intanto, hanno lanciato una petizione sul web per chiedere ai cittadini di sposare la loro causa e quindi di unirsi alla loro voce per chiedere all’amministrazione comunale di rivedere la possibilità che l’imminente trasferimento dei carabinieri possa togliere spazio alle attività che quotidianamente si svolgono all’interno del centro. «Le associazioni presenti all’interno del centro – spiegano i volontari nel testo che accompagna la petizione – collaborano in progettualità e favoriscono non solo gli scopi delle categorie specifiche a cui sono dedicate, ma soprattutto lavorano a lungo termine per l’integrazione, l’inclusione e la tolleranza sociale».
«Una delle nostre massime aspirazioni come cittadini appartenenti alle fasce deboli – hanno concluso – è anche quella di riuscire ad ottenere protezione e sicurezza, per cui la notizia dello sfratto dei carabinieri ci ha colpito negativamente. Riguardo al centro Liguori, proprio qualche mese fa abbiamo parlato con l’amministrazione riguardo alle difficili condizioni economiche e strutturali in cui si svolgono queste attività». Le trasformazioni da apportare al centro, per permettere l’insediamento dei carabinieri in un’ala della struttura, porterebbero ad una perdita di spazio che andrebbe a penalizzare lo svolgimento delle varie attività.
 

di Nicoletta Romano

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