ROMA – Circa un detenuto su quattro, nelle carceri italiane, è tossicodipendente. Uno su tre, se si prendono in considerazione gli ingressi. E’ quanto afferma il Libro bianco sugli effetti della legge Fini-Giovanardi presentato questa mattina da La Società della ragione, Forum droghe, Antigone e il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca). Andando a snocciolare i dati ufficiali, il Libro bianco mostra come negli ultimi anni ci sia stata una lieve flessione di presenze in carcere di tossicodipendenti. “Fino al 2010 si è registrato un aumento del numero di consumatori/tossicodipendenti sul totale degli ingressi dal 2006 in poi: dal 27,1 per cento nel 2006, al 28,3 per cento nel 2010, con un picco del 29,5 nel 2008. I dati del 2012 (28,9 per cento) segnano una leggera flessione rispetto al picco 2008”. Quanto alle presenze di detenuti tossicodipendenti nelle carceri, il quadro è più complesso essendo intervenuto l’indulto, spiega il testo. “Alla metà del 2006, subito prima dell’approvazione dell’indulto, i tossicodipendenti in carcere erano 16.145 – aggiunge il Libro bianco -, il 26,4 per cento della popolazione detenuta. Poco dopo l’indulto, com’era da aspettarsi, il numero si è dimezzato e la percentuale è scesa al 21,4 per cento. Questo calo ha avuto vita breve. Già alla fine del 2007, la percentuale di tossicodipendenti in carcere aveva raggiunto e superato i livelli precedenti, attestandosi al 27,5 per cento. Alla fine del 2009, i tossicodipendenti in carcere erano in flessione: 15.887 (24,5 per cento). Da allora sono rimasti in numero e percentuale pressoché stabili (16.364 pari al 24,4 per cento nel 2011; 15.663 pari al 23,8 per cento nel 2012)”.
 
 

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