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Imparare a coltivare i bonsai per rispettare la natura

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corsi_bonsaiBARI – Amare è un’arte. Impararla è vitale. Far apprendere ai più piccoli questi concetti e renderli capaci di applicarli alla natura è l’obiettivo della Junior Bonsai School, dove si acquisiscono le nozioni teorico-pratiche per coltivare i delicati alberi in miniatura. I corsi nascono da un’idea dell’associazione “Bonsai e dintorni” che ha sede a Bari e opera sul territorio pugliese, in collaborazione con Luca Bragazzi, riconosciuto dal collegio nazionale istruttori del bonsai e del suiseki, organo unico al mondo che si occupa di didattica, di cui lui stesso è membro. La formulazione junior – perché esiste anche quella professional – proposta agli istituti scolastici, è rivolta ai ragazzi delle scuole primarie, che vanno dai 6 ai 10 anni, e secondarie di primo grado, di anni 11-13. L’associazione sta però lavorando anche per le secondarie di secondo grado (14-18 anni).
GLI INCONTRI – L’intento è cercare di ottenere da parte delle scuole l’integrazione del programma didattico impartito da “Bonsai e dintorni” con il piano dell’offerta formativa (POF), dal momento che lo scopo di base è fare educazione ambientale, favorendo la diffusione del rispetto del verde nelle nuove generazioni tramite l’originale pratica bonsaistica, che consiste soprattutto nel saperli modellare con cura per farli assomigliare il più possibile agli alberi presenti in natura, come olivi, olmi, ginepri e ciliegi. Gli incontri sono settimanali, della durata di un’ora ciascuno e si dovrebbero svolgere per l’intero anno scolastico. I gruppi classe possono essere costituiti da un massimo di 20-25 ragazzi.
LA DIDATTICA – Il percorso didattico consta di incontri teorici su nozioni di biologia vegetale, tecniche di coltivazione – dai terricci, ai concimi, alla potatura, all’innaffiatura, alla pratica del filo – su malattie delle piante e pratiche per curarle, e di esercitazioni pratiche fatte su bonsai che messi gratuitamente a disposizione dei ragazzi dall’associazione non saranno restituiti, ma resteranno a loro per ricevere le attenzioni dalle stesse mani che gli hanno iniziati al lungo viaggio di evoluzione.

di Mariangela Pollonio

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