alberi_secolariNAPOLI. Dalla famosa cartolina dalla collina di Posillipo alla costiera sorrentina, è sempre un giallo la “morte” per abbattimento di quegli alberi monumentali che hanno accompagnato generazioni, recentemente troppo spesso sacrificati a meri interessi imprenditoriali secondo le agguerritissime associazioni ambientaliste. Ora nei Comuni arriva il “catasto degli alberi”. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 1° febbraio della Legge 10 del 2013, diventa obbligatoria la tutela degli alberi monumentali. Approvata dalla Commissione Ambiente del Senato lo scorso 21 dicembre, la nuova legge ha inoltre istituito la “Giornata nazionale degli alberi”, che si svolgerà ogni anno il 21 novembre. «Finalmente – commenta Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Penisola Sorrentina – gli alberi secolari sono testimoni viventi della Storia d’Italia, eppure negli ultimi anni, in penisola sorrentina ad esempio, ne abbiamo persi troppi, vittime delle avversità della natura ma, più spesso, di incuria, vandalismo, ignoranza o, peggio, di deprecabili interessi privati. Scriveva nel secolo scorso John Muir (pioniere americano della conservazione della natura): qualsiasi stupido è capace di distruggere gli alberi. Ancora troppo pochi hanno invece il cuore, l’intelligenza e la dedizione necessarie per salvarli, custodirli e piantarli. I Comuni adesso dovranno censirli tutti» e chi li abbatte o danneggia rischia fino a 100 mila euro di multa. «Ciò non può che farci gioire – continua D’Esposito – se si pensa che la nostra associazione sta lavorando ormai da 13 anni per scovare, fotografare e censire gli ultimi grandi alberi che ancora sopravvivono nascosti tra boschi, nelle campagne coltivate, all’interno di giardini, ville e piazze del nostro territorio, da Monte Faito a Punta Campanella, dai 1200 metri di altitudine fino al livello del mare». La nuova legge dunque «è un risultato importante che consentirà di far conoscere e salvaguardare una grande ricchezza ambientale, paesaggistica e culturale e diffondere la cultura del verde, contribuendo a conservare la biodiversità e aumentare il numero degli alberi indispensabili per ridurre l’inquinamento e proteggere il territorio dal dissesto. Tramite la conoscenza degli alberi riteniamo possa anche nascere un modo diverso di utilizzo e valorizzazione del nostro territorio, che incentiverà alla scoperta dei luoghi e alla creazione di nuovi percorsi turistici al dì fuori degli itinerari di massa standardizzati».
Secondo quanto si legge all’articolo 2 della legge entro un anno dalla data di entrata in vigore ciascun Comune dovrà provvedere a censire e classificare gli alberi piantati nelle aree urbane di proprietà pubblica. Inoltre, due mesi prima della scadenza naturale del mandato, il sindaco dovrà rendere noto il bilancio arboreo del Comune indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati dall’inizio alla fine del mandato dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza. Ma la vera novità è proprio la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale. La legge definisce “monumentale” l’albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovvero l’albero secolare tipico, «considerati entrambi come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali». O ancora i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, compresi quelli nei centri urbani e gli alberi ad alto fusto in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private. L’eventuale danneggiamento o abbattimento di un albero monumentale ora sarà severamente punito con la sanzione fino a centomila euro.
 

Luca Marconi per il Corriere del Mezzogiorno dell’11 marzo 2013 (speciale ambiente)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui