MILANO. Ogni anno nel capoluogo lombardo muoiono almeno 550 persone per colpa delle polveri sottili o delle altre sostanze nocive presenti nello smog. E non sono persone già malate d’altro, che non riescono a sopravvivere. «Muore di inquinamento chi per anni ha subito una lenta azione dei tossici ambientali sul cuore o sui polmoni», spiega Luigi Bisanti, medico epidemiologo nella sua relazione al convegno svolto  ieri a Palazzo Marino sull’inquinamento in Lombardia. Dunque lo smog uccide, direttamente. E lo dimostrano i dati di diverse ricerche che Bisanti sintetizza con poche cifre particolarmente significative: «Se la concentrazione di Pm2,5 (polveri sottili, ndr) avesse subito, nel periodo 2004-2009, una riduzione del 20% rispetto ai valori che sono stati invece effettivamente registrati, sarebbero stati evitati annualmente 477 decessi per cause varie, 155 per infarto e 45 per cancro al polmone». Di smog ci si può ammalare: asme, bronchiti, problemi cardiovascolari sono le patologie più ricorrenti. “Se nel periodo 2004-2009 le polveri sottili fossero diminuite del 20% rispetto ai valori registrati si sarebbero evitati annualmente 119.046 giorni di lavoro persi”, sottolinea Bisanti. E il problema, ricorda Bisanti, è che «tutta la popolazione è esposta e l’esposizione comincia alla nascita».

di Sofia Curcio

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui