ROMA. Diciassette donne nigeriane costrette a prostituirsi tra Marche e Abruzzo si sono viste riconoscere dalla Corte d’assise d’appello dell’Aquila una provvisionale immediata di 50mila euro come risarcimento compensativo, «un risultato che apre un nuovo scenario: il riconoscimento del diritto al risarcimento del danno per le vittime della tratta di esseri umani». Ad annunciarlo è l’associazione On the Road, attiva dal 1990 per intervenire nei fenomeni della prostituzione e della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo. Quattro anni di indagine e 19 condanne portano a compimento l’operazione Sahel, avviata nel 2007 dai Carabinieri del Ros dell’Aquila, con una sentenza «che farà giurisprudenza».
IN THE ROAD. La sentenza, infatti, prevede anche la confisca dei beni sequestrati vada a beneficio delle vittime e delle associazioni che si sono costituite a loro sostegno (On the Road Onlus e Coop Be Free).  Tra le donne che hanno denunciato i propri aguzzini anche, Lilian Solomon, deceduta nell’ottobre scorso a causa di un linfoma non curato in tempo proprio perché gli sfruttatori condannati glielo hanno impedito. Sul risarcimento del danno in favore delle vittime di tratta, On the Road ora intende coinvolgere anche il legislatore nazionale.
PER SAPERNE DI PIU’:
L’associazione On the Road

di Francesco Gravetti

 

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