ROMA. Il Consiglio dei ministri ha approvato il pacchetto svuota-carceri. Prevede possibilità di scontare a casa gli ultimi 18 mesi di pena (secondo le stime usciranno 3.300 detenuti), ”messa alla prova” invece del carcere per condanne entro i quattro anni, detenzione presso le forze di polizia per gli arrestati da processare subito. Tra le priorità per migliorare la situazione delle prigioni c’è quella di  «completare l’edilizia carceraria per permettere la detenzione salvando i diritti fondamentali dell’uomo. Per il nuovo anno abbiamo stanziato 57 milioni di euro per far fronte alle esigenze», ha annunciato il ministro della Giustizia Paola Severino, al termine del Cdm. «Sarà mia cura – sottolinea – che questo denaro venga speso nel migliore dei modi, innanzitutto per completare delle opere che sono già a buon punto di realizzazione, come alcune carceri costruite per 3/4 o alcuni padiglioni per l’ampliamento che sono realizzabili con questi soldi». Poi, la Guardasigilli assicura che «tutte le attenzioni e le energie saranno volte a una corretta spesa” di questo denaro e “sono pronta- aggiunge- a dare conto di ogni euro che verrà speso da questa somma».
Nel decreto svuota-carceri è contenuta la norma che consente ai detenuti di  «scontare agli arresti domiciliari gli ultimi 18 mesi di carcere». Si tratta dell’estensione della norma già approvata dal precedente governo che consentiva gli arresti domiciliari per gli ultimi dodici mesi di pena. La misura scadrà, come già previsto, nel dicembre del 2013. Lo conferma in conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro della Giustizia, Paola Severino.  «Quelli che abbiamo approvato sono provvedimenti di emergenza, misure doverose, necessarie e urgentissime, ma la soluzione definitiva non può venire da queste norme, che sono un tampone, bensì  da una riforma del sistema carcerario», precisa il ministro. «Non possiamo assistere a emergenze- esorta- che durano anni, anni e anni».
«Io non ho mai escluso che l’amnistia e l’indulto possano essere mezzi che contribuiscano allo svuotamento delle carceri, però non si tratta di un provvedimento di matrice governativa. Sarà il parlamento a decidere e se lo farà, con la maggioranza qualificata che serve, io non lo contrasterò», prosegue il ministro. «Per parte mia – aggiunge – ho cercato di fare quel che potevo e dovevo, nessuno ha la bacchetta magica, nessuno ha la ricetta per risolvere con un singolo intervento il sovraffollamento nelle carceri, ci vuole un insieme di misure».

di Valeria Rega

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