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Povertà in Italia: una condizione stabile ma allarmante

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Secondo l’ultimo Report ISTAT sulla povertà 2024, in Italia ci sono oltre 5,7 milioni di persone che vivono in povertà assoluta, pari al 9,8 % dei residenti.
A livello familiare, le situazioni più critiche colpiscono circa 2,2 milioni di famiglie, ossia l’8,4 % delle famiglie residenti.

I DATI

  • La povertà assoluta coinvolge 1,3 milioni di minori, con un’incidenza del 13,8 %. È il valore più alto registrato dal 2014 ad oggi.

  • Le famiglie con almeno uno straniero sono particolarmente esposte: l’incidenza di povertà assoluta è pari al 30,4 %. Se la famiglia è composta esclusivamente da stranieri, la quota sale al 35,2 %. Al contrario, nelle famiglie solo italiane, il dato scende al 6,2 %.

  • Tra i lavoratori, cresce il fenomeno della “povertà lavorativa”: secondo dati Eurostat, nel 2024, il 10,2 % dei lavoratori adulti con almeno metà dell’anno lavorativo percepisce un reddito sotto la soglia del 60 % del reddito mediano nazionale.

Geografia e tipologie familiari

  • Il Mezzogiorno è l’area più penalizzata: la povertà assoluta familiare interessa il 10,5 % delle famiglie meridionali, con quasi 886 mila nuclei coinvolti.

  • Al Nord-Ovest la quota è del 8,1 %, al Nord-Est 7,6 %, al Centro 6,5 %.

  • Nelle famiglie con figli, il rischio aumenta con il numero di minori: nelle coppie con tre o più figli il tasso è oltre il 20 %.

Interpretazione e prospettive

I dati del 2024 mostrano una sostanziale stabilità rispetto al 2023 nei livelli di povertà assoluta, ma non per questo il quadro è rassicurante. Il fatto che non ci sia stato miglioramento evidenzia che la povertà “radicata” non viene ancora scalfita dalle politiche attuali.

La forte esposizione dei minori e degli stranieri suggerisce che l’azione pubblica dovrebbe concentrarsi su misure mirate: sostegno al reddito, politiche educative, contrasto alla disoccupazione giovanile, accesso abitativo, integrazione sociale.

Inoltre, il fenomeno della povertà tra i lavoratori — anche quelli “formalmente occupati” — indica che non basta lavorare: servono contratti dignitosi e salari adeguati per sfuggire alla condizione di indigenza.

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