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Giulio Giaccio, ucciso dalla camorra e sciolto nell’acido, Pol.i.s.: “ma l’omicidio non è riconosciuto come reato mafioso”

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La storia di Giulio Giaccio ormai è nota e le recenti sentenze del processo a carico dei mandanti e degli esecutori materiali dell’omicidio hanno già destato scalpore: Giulio era un ragazzo di 26 anni che la sera del 30 luglio del 2000 fu rapito da membri del clan Polverino, che lo uccisero e lo sciolsero nell’acido. Ciononostante sono state escluse le aggravanti mafiose contro ogni logica e buon senso.
Un omicidio di cui per oltre dieci anni non si è saputo nulla: ricerche interrotte e processi archiviati a causa della mancanza di elementi derivanti soprattutto dalle bugie e dall’omertà dei membri dei clan. I genitori, Giuseppe e Rosa, e i familiari di Giulio, hanno aspettato il suo ritorno per tanto tempo. Ma vana è stata la speranza, che si è persa definitivamente con le prime dichiarazioni di chi a distanza di oltre dieci anni dall’omicidio scelse di collaborare con la giustizia e rivelare finalmente la verità.
Giulio è una vittima innocente: fu scambiato per un’altra persona, un “tale Salvatore”, che doveva essere ucciso perché intratteneva una relazione con la sorella di uno dei camorristi del clan Polverino: entrambi divorziati, questa relazione era percepita come una vergogna da parte della famiglia, e quindi bisognava ristabilire un certa “onorabilità”. Un omicidio efferato, crudo, maturato in un contesto evidentemente mafioso, dagli esecutori al movente iniziale, dalle finalità al metodo. Inoltre, il clan Polverino in quegli anni era una delle consorterie mafiose più importanti del napoletano, scalzando i Nuvoletta nella gestione degli affari e che avevano appreso dal mafioso Brusca come sciogliere le persone nell’acido.
Chiediamo alle Istituzioni competenti di non voltare lo sguardo dall’altra parte, di ristabilire la verità e fare giustizia” – dichiarano i rappresentanti di Libera, Fondazione Pol.I.S. e Coordinamento dei familiari – “se viene confermata l’esclusione dell’aggravante mafiosa nell’appello del 7 novembre, Giulio rischia di non essere riconosciuto dallo Stato come vittima innocente di mafiaPur rispettando le sentenze, non faremo un passo indietro: Giulio Giaccio è vittima innocente di mafia, leggeremo il suo nome ad alta voce, scandendolo bene in piazza, nell’elenco che leggiamo ogni 21 marzo nella Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, e continueremo a stare vicini ai familiari di Giulio e ai suoi legali nella battaglia per la verità e la giustizia in tutte le sedi competenti”.

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