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Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà: UNICEF, “quasi un miliardo di bambini vive in condizioni di povertà multidimensionale”

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Oggi, 17 ottobre, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, ma i numeri diffusi dall’UNICEF invitano a una riflessione profonda: nel mondo, quasi un miliardo di bambini vive in condizioni di povertà multidimensionale, mentre oltre 300 milioni sopravvivono con meno di 2,15 dollari al giorno e 800 milioni con meno di 3,65 dollari.

«È allarmante che negli ultimi anni i progressi nella riduzione della povertà infantile abbiano subito un rallentamento – ha dichiarato Nicola Graziano, presidente dell’UNICEF Italia –. Le minacce globali come conflitti, crisi climatica e aumento del costo della vita hanno contribuito a questo arretramento. La povertà infantile è una sfida universale: esiste in ogni Paese, anche in quelli ad alto reddito».

Secondo l’UNICEF, anche brevi periodi di povertà possono compromettere lo sviluppo fisico e cognitivo dei bambini. «La povertà dei bambini non è statica – ha aggiunto Graziano –. Famiglie e minori possono entrare e uscire da situazioni di disagio economico spinte da eventi improvvisi come perdita del lavoro, sfollamenti o disastri naturali».

La fotografia italiana non è più confortante: secondo gli ultimi dati ISTAT 2024, la povertà assoluta coinvolge oltre 1 milione e 283mila minorenni, pari al 13,8% dei bambini residenti, con picchi del 16,4% nel Mezzogiorno. Un dato stabile rispetto al 2023, ma ancora ai massimi livelli dal 2014.

Per questo, l’UNICEF Italia ha ribadito che la povertà dei bambini è una scelta politica, chiedendo al Governo di valutare l’impatto delle nuove misure economiche in base al miglioramento reale delle condizioni dei minori.

Con il Monitoraggio 2025 – “Le cose da fare: Agenda UNICEF 2022–2027”, l’organizzazione propone una serie di azioni concrete: dal rispetto del principio di non discriminazione all’attuazione del Piano nazionale per la garanzia dell’infanzia, fino all’aumento degli investimenti in servizi sociali, educativi, sanitari e culturali di qualità.

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