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Cisl: «I lavoratori dipendenti hanno perso il 5,7% del reddito»

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redditoROMA – I lavoratori dipendenti hanno subito una perdita di reddito, tra il 2007 e il 2012, pari al 5,7%. E’ quanto emerge dall’indagine della Cisl sulle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti che si sono rivolti al Caf del sindacato nel 2012. La banca dati Caf-Cisl dei modelli 730/2013 è costituita da poco più di 2,7 milioni di dichiarazioni. Il reddito complessivo dei dichiaranti è di 21.728 euro; nel biennio 2010-2012 il reddito medio è aumentato del 2,5%, dell’1,6% tra 2011 e 2012. Dall’indagine emerge poi che è “molto forte l’incremento delle addizionali comunali e regionali” in cui ammontare nel 2012 è in media di 408 euro, in crescita di circa 6% rispetto al 2011 e di oltre il 31% rispetto al 2001. “Il contemporaneo aumento di Irpef e addizionali in proporzione maggiore rispetto ai redditi- si legge nella ricerca- ne rende quasi nullo l’incremento”.
La perdita di reddito “consistente” pari al 5,7% è causata da tre elementi: l’aumento dell’imposta netta dovuto al drenaggio fiscale, l’aumento dell’imposta netta per effetto della crescita della fiscalità locale (tramite l’aumento delle addizionali irpef regionali e comunali) con il mancato adeguamento delle detrazioni per lavoro dipendente e pensioni, l’insufficiente crescita del reddito reale.
L’analisi dei dati evidenzia poi la maggiore incisività dell’Irpef rispetto alle altre imposte (Imu ed Iva) sulle famiglie con redditi superiori a 15.000 euro lordi. “Siccome il drenaggio fiscale riguarda le sole imposte sui redditi e non anche l’Iva, l’impatto Irpef sul reddito- rileva la Cisl- diviene ancora più consistente”.
Un dato che, sottolinea il sindacato di Raffaele Bonanni, «conferma l’esigenza di compensare in modo più che proporzionale gli aumenti dell’Iva attraverso una significativa riduzione dell’Irpef per non deprimere le già scarse propensioni al consumo che incidono negativamente sulla domanda interna e sulle prospettive della ripresa economica. L’adeguamento delle detrazioni per lavoro dipendente e pensioni resta dunque fondamentale».
La ricerca, infine, mette in evidenza come sia “fondamentale agire sui redditi familiari complessivi di ammontare basso, collocati sotto i 15.000 euro, che risultando incapienti non riescono a beneficiare appieno delle detrazioni e delle deduzioni fruibili e subiscono il maggiore peso dell’Iva. Per i lavoratori dipendenti e pensionati collocati al di sotto di tale soglia, l’unica strada resta quella di introdurre un’imposta negativa di ammontare pari alle detrazioni non godute”.

di Agenzia Dire (www.dire.it)

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