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Cie, l’allarme dei poliziotti: «Sono bombe ad orologeria»

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cie-lagerROMA – I Cie? «Sono lager». Ad affermarlo non sono solo le associazioni umanitarie, che peraltro più volte hanno denunciato le condizioni inumane in cui vivono le persone trattenute nei Centri di identificazione ed espulsione. Questa volta è però il sindacato di Polizia Siulp a prendere posizione. Non è la prima volta che il Siulp interviene sul sistema di detenzione amministrativa. La maggior parte delle volte le critiche hanno riguardato la necessità di avere maggiori risorse a disposizione, più agenti. Stavolta il Siulp sottolinea con forza la necessità di rivedere il sistema di detenzione amministrativa, denunciando quanto sia «inutile, improduttivo ed eccessivamente oneroso» il trattenimento degli immigrati fino a 18 mesi. A fronte di questa evidenza, il sindacato invita il Governo «a ricondurre entro limiti più ragionevoli il tempo di permanenza massimo degli stranieri con una iniziativa legislativa in linea con l’esigenza di permettere la definizione dei procedimenti di identificazione nel rispetto della dignità degli immigrati».
Le dichiarazioni del segretario generale del sindacato arrivano a seguito delle numerose proteste verificatesi negli ultimi giorni in varie Cie del territorio nazionale.
Il 22 luglio, intorno alle 4 del mattino, alcune persone trattenute nel Cie di Corso Bunelleschi a Torino hanno dato vita a una manifestazione, incendiando alcuni materassi. Sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno messo fine alla protesta. Nello stesso giorno alcune persone hanno tentato di fuggire dal Cie di Trapani Milo: quattro sono riuscite a lasciare la struttura. Tre militari dell’esercito sono rimasti leggermente feriti nel tentativo di bloccarli.
Lo scorso 17 luglio, il Cie di Modena è stato teatro di un’ennesima protesta, mentre la Fp-Cgil ha lanciato un nuovo sciopero dei lavoratori della struttura E ancora: sempre qualche giorno fa circa duecento migranti, quasi tutti richiedenti asilo trattenuti nel Centro di accoglienza di Pian del Lago, a Caltanissetta, hanno bloccato la provinciale 5. All’origine della protesta, rientrata dopo circa tre ore, i ritardi della speciale commissione di Siracusa, chiamata a valutare i requisiti per l’asilo politico. Proprio questi episodi sono stati evidenziati dal Siulp: «Detti accadimenti avvalorano la tesi sostenuta, da sempre, dal Siulp e cioè che i CIE (Centri di identificazione ed espulsione) siano vere e proprie bombe ad orologeria».

di Mirko Dioneo

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