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«Così la camorra ricicla denaro a Poggioreale»

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NAPOLI. Movimentazione record di denaro nel carcere di Napoli Poggioreale, tra i più affollati d’Italia con più di 2.700 detenuti presenti a fronte di una capacità regolamentare della struttura di circa 1.500 posti letto. A denunciarlo è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), secondo cui entrano nel carcere napoletano 640 mila euro ogni mese, 8 milioni di euro all’anno, «senza tracciabilità e con il rischio di manovre neppure troppo oscure della camorra». Il sindacato ha informato il Presidente del Consiglio Mario Monti ed i ministri di Interno e Giustizia Cancellieri e Severino.

IL SEGRETARIO. Spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe: «Nella Casa Circondariale di Napoli Poggioreale la movimentazione di denaro che entra in istituto ogni mese, vale a dire circa 640 mila euro, si ottiene all’anno una cifra di circa 8 milioni di euro, al netto di eventuali vaglia postali, in mano ai reclusi. In occasione dei circa 600 colloqui che vi si tengono ogni giorno, a causa del versamento presso l’ufficio del Bollettario di una somma di denaro che può raggiungere gli ottocento euro mensili, tenuto conto che ogni recluso ha a disposizione un tetto massimo di circa 200 euro settimanali, entra negli otto padiglioni un fiume di denaro: vale a dire che, poiché in ogni cella si trovano otto – dieci reclusi, ogni camera di detenzione può disporre di quasi otto mila euro al mese. Vi sarebbe allora da spiegare tale movimentazione record di denaro, che non lascia alcuna tracciabilità, dal momento che non può non sorgere il sospetto che si tratti di compensi per affiliare e per gli affiliati ai clan camorristici. La perplessità è ancora più consona se si confrontano i dati con quelli di altre realtà carcerarie nazionali dove ogni detenuto incamera quattro volte di meno. Sembra, invero, che la struttura napoletana sia diventata una palestra criminale, una accademia nella quale la criminalità organizzata riesce ad allevare e a reclutare manodopera: da non dimenticare quello che accadde anni fa nel padiglione ‘Milano’, dove si potevano distinguere i capi della camorra dalla manovalanza».
PER SAPERNE DI PIU’:
Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria

di Luisa Corso

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