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Volontariato contemporaneo: energie nuove per un capitale sociale che cambia

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Si è svolto nell’aula Pessina dell’Università Federico II di Napoli, il convegno “Volontariato contemporaneo: nuovi percorsi per lo sviluppo di capitale sociale”, promosso dalla professoressa Fortuna Procentese nell’ambito del Progetto PRIN 2022 dedicato all’analisi delle forme tradizionali, episodiche e online del volontariato. L’incontro, aperto dai saluti istituzionali di Procentese, del Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Andrea Mazzucchi e del Presidente di CSV Napoli Umberto Cristadoro, ha riunito ricercatori ed esperti delle Università di Napoli, Milano e Verona per riflettere sui mutamenti dell’attivazione civica e sul ruolo dei territori come spazi di convivenza e innovazione sociale.

Alessandro Seminati, direttore di CSVnet, ha descritto un volontariato in continua evoluzione: “negli ultimi anni sta subendo trasformazioni legate a ciò che accade nelle comunità e nel mondo”. Nonostante la presenza stabile di milioni di volontari, nuove forme stanno emergendo con forza: “molti cittadini, per motivi personali e di conciliazione vita-lavoro, legano il proprio impegno non a un’organizzazione ma a un progetto, talvolta anche slegato dal Terzo settore”. Da qui la crescita del volontariato “di quartiere, di competenza, aziendale, digitale e di prossimità”. Per Seminati, la sfida principale è “incanalare queste energie nel modo più generativo possibile e far dialogare volontariato informale e tradizionale”.

Umberto Cristadoro, presidente del CSV Napoli, ha ampliato questa lettura parlando di una vera svolta culturale: “il volontariato ha subito una metamorfosi silenziosa, un mutamento antropologico”. L’immaginario del volontario tradizionale, ha detto, non è più sufficiente nell’era digitale: “oggi è possibile fare un volontariato glocale, territoriale e globale allo stesso tempo”. I giovani, pur avendo “poca disponibilità”, desiderano contribuire con impegni flessibili e soprattutto con professionalità: “prima si donava il tempo, ora si donano anche competenze: avvocati, esperti di marketing, professionisti”. Per rafforzare la collaborazione tra CSV, comunità e istituzioni occorre “dare ai volontari opportunità chiare per misurare il proprio impegno e i risultati prodotti”, lavorando sull’inclusione e sull’educazione al volontariato fin dalle scuole: “lì poniamo i semi dei cittadini attivi del futuro”.

Anche la prospettiva accademica offre spunti cruciali. Così Fortuna Procentese, professoressa dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Community Psychology Lab e coordinatrice nazionale del progetto PRINha evidenziato l’urgenza di comprendere il volontariato episodico: “rispecchia la frammentarietà dei tempi moderni e la difficoltà, soprattutto per i giovani, di mantenere una presenza costante”. Un’altra area critica riguarda l’online: “il digitale è irrinunciabile e permette di intervenire ovunque, ma rischia di far perdere connessione e identificazione organizzativa”. Per affrontare queste tensioni, sostiene Procentese, occorre “ridefinire le pratiche organizzative” e riportare l’attenzione sui territori: “creare spazi di riconoscimento reciproco e dialogo dove le organizzazioni, spesso disgregate, possano lavorare sinergicamente”.

L’università, ha aggiunto, è chiamata a un ruolo attivo nella terza missione: “essere nei territori con azioni concrete” e accompagnare cittadini e volontari “a diventare protagonisti del proprio cambiamento e della propria collettività”.

Dal confronto emerge un quadro chiaro: il volontariato contemporaneo non è in crisi, ma in trasformazione. Un ecosistema plurale, dove prossimità, professionalità e innovazione convivono e richiedono nuove forme di coordinamento. Una sfida che riguarda istituzioni, comunità, reti del Terzo settore e mondo della ricerca, chiamati insieme a costruire condizioni favorevoli per un capitale sociale più forte, condiviso e generativo.

di Adriano Affinito

 

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