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“Siamo solo sognatori abusivi – Scampia ammaina la vela”, il libro di Monica Buonanno

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Il progetto delle Vele di Scampia nasce da un’utopia sociale ed abitativa in cui gli spazi individuali venivano inseriti in un ampio contesto di aree comuni andando a favorire il senso di comunità e creando in un solo edificio una “macchina abitativa” simile ad una città autosufficiente in piccolo.

Ci si auspicava la realizzazione di una città modello con alloggi dimensionati in base alle esigenze degli abitanti, aree verdi e grandi vie di scorrimento. Ogni famiglia non avrebbe rappresentato una realtà a sé ma una parte di una vera comunità.

Il progetto utopico delle Vele è miseramente naufragato fino a divenire un disastro strutturale e morale senza precedenti.

Non è stata mai realizzata l’originaria struttura prefabbricata a cavalletto calcolata da Riccardo Morandi, famoso strutturista italiano, la parabola che identificava il profilo a vela fu sostituita da uno ziggurat e da facciate chiuse che hanno condizionato la forma e la luce degli spazi interni, mai create le previste arre gioco, spazi verdi ed aree pubbliche né creato infrastrutture pubbliche di collegamento con il resto della città.

Monica Buonanno, nel libro “Siamo solo sognatori abusivi – Scampia ammaina la vela” (casa editrice De Nigris, pagine 144, costo Euro 18.00) ha voluto offrire una testimonianza al fine di valorizzare la lunga lotta del comitato Vele dai connotati sociali, etici e politici e del suo impegno politico e civico al servizio del bene comune.

L’autrice, ex assessore alle Politiche sociali ed al lavoro del Comune di Napoli ,  ha coordinato azioni di sviluppo occupazionale, seguito importanti vertenze simbolo del Mezzogiorno, assistito la riqualificazione di Scampia e di Napoli Est.

Ricordare i passaggi dei quali si è resa sostenitrice e che hanno accompagnato  l’abbattimento delle vele, significa riconoscere dignità ed importanza a decine e decine di persone , ad un popolo di “ sognatori abusivi” capaci di attivare processi  di partecipazione democratica.

Abbattere le vele ha significato liberare un quartiere da un angosciante passato, dare senso ad  una battaglia durata quaranta anni, offrire voce ed importanza alle tante persone capaci ed oneste di quel territorio  che non hanno mai cessato di sperare, credere nelle potenzialità e nelle bellezze della propria terra.

Molte le lotte ancora da affrontare per riqualificare Scampia. Fondamentale sarà la collaborazione  tra le Istituzioni centrali e locali con la gente del quartiere, rivedere l’impianto normativo sull’edilizia residenziale sociale, avviare un’azione integrata di riqualificazione del verde, del decoro urbano, impegnare risorse a favore di interventi specifici per le marginalità urbane nell’ottica delle politiche di prossimità.

 

di Maria Rosaria Ciotola

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