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Sardegna, trenta rifugiati collaborano con il Cnr per lo studio delle piante officinali tipiche del territorio

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SASSARI – Uno studio del Cnr condotto anche grazie alla collaborazione di migranti sbarcati negli ultimi mesi in Italia. Succede in Sardegna, dove trenta richiedenti asilo del Centro di Prima Accoglienza di Castelsardo stanno collaborando con l’Istituto per il Sistema Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo per attività di studio delle piante officinali autoctone dell’ecosistema sardo. In un terreno messo a disposizione dalla cooperativa Ecoservice che gestisce il Centro di Accoglienza di Baia Sunajola, l’Ispaam-Cnr ha avviato campi sperimentali per lo studio di specie naturali autoctone di lavanda, elicriso e rosmarino. Trenta migranti provenienti da Senegal, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Nigeria e Bangladesh, sono coinvolti nelle attività di coltivazione e prima trasformazione delle specie officinali utilizzate per l’estrazione di oli essenziali.
«Si tratta di un’iniziativa grazie alla quale si riescono a coniugare ricerca e accoglienza con una immediata ricaduta sociale del nostro lavoro che non può che farci piacere – dice Andrea Scaloni, direttore dell’Istituto per il Sistema Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo che ha a Napoli il suo quartier generale – Questa collaborazione, inoltre, costituisce una preziosa occasione di approfondimento tecnico scientifico e di confronto nel reciproco interesse della conoscenza della coltivazione e per la valorizzazione di specie autoctone di interesse officinale».
«Il progetto è mirato allo studio delle caratteristiche morfo-fenologiche e produttive e delle tecniche di coltivazione più idonee ai fini della produzione di oli essenziali – dicono Giovanni Re e Simonetta Bullitta, i ricercatori della sede Ispaam di Sassari che coordinano la sperimentazione – Tutti i ragazzi stanno mettendo il massimo impegno in questa attività ed i risultati sono molto buoni».
Dalla Sardegna, dunque, giunge un esempio di ricerca e integrazione: «Le varie fasi di questo progetto riescono a sviluppare le abilità dei ragazzi in maniera positiva – conferma Pasquale Brau, presidente della cooperativa Ecoservice – Uno dei nostri obiettivi è promuovere lo sviluppo di attività che possano favorire l’integrazione e l’inserimento lavorativo dei migranti ospitati nella struttura di accoglienza. In futuro alcuni di loro potrebbero arrivare a gestire in autonomia attività di produzione di piante officinali: sarebbe uno straordinario risultato».

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