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Ruspe in azione, dolore e polemiche a Pianura: «Dove andranno i bambini?»

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Il dolore causato dal ritrovarsi di punto in bianco senza un tetto che travalica i confini legali di una sentenza emessa da un giudice per un abuso edilizio. Gli appartenenti al nucleo familiare Ciotola, residente in una casa composta dal piano terra e dal piano in via Vicinale Masseria Grande nel quartiere Pianura della quale è stata disposta l’abbattimento in corso questa mattina, di punto in bianco sentono di non avere più nulla. L’edificio realizzato vent’anni, secondo le autorità giudiziarie competenti, non avrebbe rispettato gli standard delle concessioni edilizie e chi l’ha abitato l’avrebbe fatto in modo improprio. E qui la faccenda si ingarbuglia perché le due famiglie composte rispettivamente da un fratello e da una sorella che di cognome fanno Ciotola, sono composte oltre che dai partner da 2 bambini minorenni che, secondo quanto raccontato da Francesco Ciotola, padre dell’uomo e della donna dimoranti nella casa di Pianura «di punto in bianco sono stati costretti a lasciare il loro habitat. Ed è accaduto in modo traumatico a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico». Il racconto del padre avviene contemporaneamente all’arrivo delle ruspe e delle forze dell’ordine a Pianura per l’inizio dell’abbattimento e le proteste per impedirlo da parte dei residenti oltre che dei vari comitati che si occupano del diritto alla casa. Oltre alle sentenze, oltre i confini sempre giusti della legalità, ci sono vittime collaterali in questo caso rappresentati dal caos che stanno vivendo 4 minori. «Chi è venuto qui a notificarci lo sgombero – aggiunge amareggiato Francesco Ciotola – ci ha letteralmente buttati fuori di casa insieme ai mobili. I bambini sono stati costretti ad andare via in mutande da un giorno all’altro. Già ieri hanno cominciato ad abbattere ringhiere e balconi, ora vogliono procedere con l’abbattimento totale. Dove andranno questi bambini? Siamo preoccupati anche per loro». Intanto in via Vicinale Masseria Grande la situazione rimane tesa, qualcuno ha accusato un malore e i proprietari auspicano un intervento del prefetto o dell’autorità giudiziarie per fermare gli abbattimenti.

di Antonio Sabbatino

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