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«No alla riduzione dei servizi»: occupato il centro del comportamento alimentare di Soccavo

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Occupazione in corso del centro del comportamento alimentare di Soccavo da parte di alcuni dei pazienti abitualmente in cura nella struttura di via Adriano gestita dall’Asl Napoli 1 Centro. Oramai da tanto tempo un nutrito gruppo formato da chi usufruisce dei servizi per eliminare le problematiche dei disturbi alimentari, spesso di giovanissima età, e i loro familiari, che ha fondato qualche mese fa l’associazione Dca – Diamo corpo all’anima – si batte contro quello che definiscono un presunto smantellamento delle funzioni del centro. Una preoccupazione che l’Azienda sanitaria locale di Napoli ha invece sempre cercato di attenuare, replicando che non c’è alcuna intenzione di depotenziare le funzioni del centro di Soccavo. La professoressa Manuela Sorice, in cura da anni insieme a sua figlia presso il centro del comportamento alimentare con sede nel quartiere occidentale di Napoli, spiega i motivi dell’azione di protesta di quest’oggi a cui ha preso parte anche lei. «Manifestiamo per avere ragione di quanto ci spetta dalla legge – le sue parole – Ancora oggi il semiresidenziale con cucina agibile in favore dei pazienti affetti da disturbi per il comportamento alimentare non è stato ancora realizzato nonostante lo stanziamento di fondi per 300.000 euro». La Sorice, facendosi portavoce delle esigenze dei pazienti della struttura di via Adriano, accusa l’Asl Napoli 1 di un’ipotetica mancanza dei «debiti riscontri proseguendo» con quella che la docente definisce una presunta «destrutturazione del centro specialistico utilizzato sempre più da altri professionisti per altre patologie». Sul posto sono giunti gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Soccavo per cercare di intrattenere un dialogo con chi ha occupato il centro e porre fine alla protesta. A sostenere i pazienti nella loro battaglia anche la Federconsumatori con l’avvocato Carlo Spirito, che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per fare chiarezza in merito all’utilizzo dei fondi stanziati per la cucina semiresidenziale. «Vogliamo sapere in che modo sarà utilizzato l’impegno di spesa. Non vorremmo ci fosse un danno erariale. In questo modo, si mettono a rischio i Livelli essenziali di Assistenza (Lea ndr.) pur avendo a disposizione tutte le risorse per garantire quanto programmato» aggiunge la professoressa Manuela Sorice. Alla richiesta di chiarimenti alla Corte dei Conti, le giovani pazienti del centro di via Adriano hanno anche inviato tempo fa una missiva al direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva senza però, è l’accusa di chi ha spedito la lettera, ricevere alcuna risposta. Dall’associazione Dca non escludono neppure una denuncia all’autorità giudiziaria giacché sempre secondo Sorice, risulterebbe «evidente che in modo del tutto arbitrario, non adempiendo a precisi obblighi, si stia incidendo su un diritto di cura ed assistenza, ponendo a rischio vite umane in condizione del tutto delicata e precaria».

di Antonio Sabbatino

 

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