La pensione è la rendita cui hanno diritto, acquisito con la prestazione della propria opera, i
Lavoratori collocati a riposo per limiti di età, per inabilità, per cause di servizio.
La pensione è chiamata anche quiescenza, vitalizio, riposo… Tutti i Lavoratori auspicano al suo raggiungimento. C’è chi ci arriva dopo una vita lavorativa lineare, altri, invece, con molte problematiche. Pensiamo, ad esempio, ai Lavoratori della Whirlpool di Via Argine a Napoli, in strenua lotta per la difesa del proprio posto di lavoro: quanta cassa integrazione… Così come a Pomigliano d’Arco o a Melfi.
Nell’ambito della gloriosa ex Circumvesuviana i Lavoratori che giungono alla pensione vengono festeggiati “alla grande”: per esempio, i macchinisti e i capi-treno, all’arrivo nella stazione di Napoli Porta Nolana del loro ultimo treno, vengono accolti da familiari, amici e colleghi, in servizio o pensionati, che li stringono in un abbraccio che sa di affetto e di stima. Il pensionato vive, in quei momenti di sana, informale, amichevole, allegria una duplice emozione: la gioia di essere arrivato alla pensione, la tristezza di lasciare un gruppo di persone che, forse, ha “vissuto” di più dei propri familiari… Si, perchè, le ferrovie, come gli ospedali, non sono la scuola: i treni viaggiano, seppure con limitazioni, anche a Natale, Capodanno, Pasqua… Non è raro, osservando dopo tempo, le foto di una festa di pensionamento vedere le espressioni dei pensionandi: perplessi, attoniti, sbigottiti, felici, stralunati. Poi a casa, osservando i regali ricevuti, iniziano a… connettere: l’orologio, la pergamena, i fiori, sono i più gettonati…
La sede del Cral Circumvesuviana accoglie “tutto”: l’organizzazione del catering, i fotografi, i cine-operatori, i familiari, i colleghi.
C’è sempre chi fa da anfitrione, “‘o mast ‘e festa”, declamatore, perchè prima del buffet ci sono i “discorsi di saluto”: si racconta ai presenti la vita lavorativa del pensionando, dei suoi tic, dei suoi detti, in maniera simpatica, pungente, per un “passaggio” dal Mondo del Lavoro alle… pantofole di casa.
Emilio Vittozzi, per quasi un ventennio Anfitrione all’Officina di Ponticelli, poi per un decennio nel Palazzo di Direzione, infine al Cral Circumvesuviana, racconta il suo modo di “organizzare” la premiazione: “i fiori li deve consegnare il collega con cui hai avuto discussioni, con cui non vai d’accordo. E’ l’ultima occasione per “fare pace” e non c’è nulla di più bello che vedere la commozione, le lacrime di entrambi! La pergamena la deve consegnare il Collega più giovane, quasi un omaggio al “vecchio” che va via… Infine, gli altri doni li devono porgere i Colleghi più vicini, più stretti. E poi, via, al buffet! Si aprino le danze…”.
Si, la “Stazione Quiescenza”, è dove tutti i Lavoratori vogliono giungere…