Nella prima metà del mese di agosto, al largo di Trapani, fuori dalle acque territoriali italiane, si è svolto un incontro simbolico e profondamente significativo tra le due navi della ong Mediterranea- saving humans: la storica Mare Jonio ha dato il benvenuto in mare alla nuova grande “Mediterranea”.
L’incontro, che ha sancito la partenza ufficiale della nuova missione e un’occasione per ribadire un messaggio fondamentale: la solidarietà in mare è una scelta politica e umana imprescindibile, oggi più che mai.
La missione ha già dovuto affrontare una prima minaccia: lunedì scorso all’alba, in acque internazionali, la nave Mediterranea è stata circondata da gommoni armati. “Uomini con il viso coperto, pistole e fucili mitragliatori- spiegano gli attivisti- hanno compiuto manovre pericolose intorno alla prua, minacciando l’intero equipaggio al grido di “Go out off Libya”. Il soccorso civile in mare non è mai stato così osteggiato. Abbiamo scelto di riaffermare un principio basilare, oggi tutt’altro che scontato: la dignità e la vita umana vengono prima di ogni altra considerazione”.
Mediterranea nella sua “prima uscita” ha portato in salvo 10 persone soccorse nel Canale di Sicilia tra mercoledì e giovedì scorsi. I naufraghi sono stati riportati a a Trapani contravvenendo alle indicazioni del Viminale che aveva indicato in Genova il porto sicuro
“Lasciare per giorni dei naufraghi traumatizzati a bordo di una nave- ha spiegato Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans- esposti nuovamente a un contesto che ricorda loro l’inferno appena vissuto, è inaccettabile. È come costringere una persona ustionata – aggiunge – a restare tra le fiamme. La cura comincia dalla comprensione, dalla capacità di mettersi nei panni degli altri. È per questo che abbiamo deciso di attraccare a Trapani. Siamo consapevoli delle conseguenze che questa decisione può comportare in un contesto in cui le operazioni di soccorso vengono penalizzate e criminalizzate, mentre i trafficanti di esseri umani e le violazioni sistematiche dei diritti prosperano impunite. Le persone soccorse erano state brutalmente aggredite, picchiate e gettate in mare, trattate come oggetti da smaltire. Non possiamo accettare una visione del mondo in cui gli esseri umani sono trattati come merce – sottolinea Marmorale -. Abbiamo detto no a questa logica disumana, perché ciò che oggi viene inflitto a chi è considerato ‘umanità di scarto’, domani potrebbe colpire tutti noi. Abbiamo messo un freno come abbiamo potuto”.
COME SOSTENERE MEDITERRANEA SAVING HUMANS– “La nostra battaglia non è contro un’emergenza- spiegano in una nota gli attivisti-  ma contro un modello di gestione delle frontiere basato sull’esclusione e sulla violenza di Stato. Aiutateci a coprire i costi operativi della missione per garantire carburante, acqua e cibo alle persone soccorse e per mantenere l’equipaggio in sicurezza. Ecco cosa possiamo fare con il tuo aiuto:
  • con €20 – riusciamo a coprire i costi di una persona a bordo per un giorno (cibo, acqua, etc)
  • con €50 – possiamo acquistare un nuovo giubbotto di salvataggio
  • con €70 – possiamo fornire un kit di primo soccorso a 3 persone (garze, cerotti, disinfettante, ghiaccio istantaneo, etc)
  • con €100 – ci aiuti a percorrere un miglio nautico (costo del carburante, olio motore, personale etc)”.

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