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Madagascar, 10 morti per alluvione mentre nel Sud del Paese è ancora siccità

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Devastanti piogge si stanno abbattendo in questi giorni sul Madagascar centrale e orientale, interessando anche la capitale Antananarivo. Almeno 10 le persone decedute a seguito del crollo delle proprie abitazioni; 12.130 le persone colpite dall’alluvione, 2.798 gli sfollati. Si contano 1.258 case allagate nel solo quinto e sesto arrondissement della capitale. “100 mm d’acqua sono caduti nella notte tra lunedì 17 e martedì 18” ha dichiarato la portavoce del BNGRC (Bureau National de Gestion des Risques et des Catastrophes) del Ministero dell’Interno, Sonia Ray, che aggiunge: “Il peggio dovrà ancora venire, sono previste ulteriori precipitazioni per tutto gennaio”. Preoccupante anche il veloce aumento del livello dei fiumi Ikopa, Mamba e Sisaony, che hanno già causato il crollo di ponti e strade, oltre alla devastazione delle colture circostanti. Il solo Sisaony, secondo l’Autorità per la protezione dalle alluvioni della piana di Antananarivo (Apipa), nella notte tra lunedì e martedì, aveva registrato un’incremento di 1 metro, in appena 5 ore. Mentre il Madagascar centro-orientale viene sommerso dalla pioggia, il sud del Paese fa ancora i conti con la peggiore siccità della sua storia recente. L’assenza di precipitazioni mette a rischio circa 1,3 milioni di persone, che attualmente vivono in situazione di insicurezza alimentare acuta; di questi, 28.000 hanno già raggiunto il massimo livello di rischio ponderabile. In una popolazione giovane, come quella malgascia, una gran parte sono bambini o adolescenti, costretti ad abbandonare la scuola alla ricerca di acqua per sopravvivere. I cambiamenti climatici, in Madagascar, si stanno facendo sentire più che in altri Paesi, non a caso, secondo l’Onu, il Madagascar è la prima Nazione a sperimentare tali condizioni, a causa del cambiamento climatico. L’estremizzazione dei fenomeni climatici è particolarmente evidente in una Nazione grande solo una volta e mezzo l’Italia dove, a separare i due estremi climatici, si possono contare meno di un migliaio di chilometri. La popolazione locale, che vede aggravarsi le già precarie condizioni di vita e di sussistenza alimentare dalla siccità e dalle alluvioni, deve far fronte, a causa di queste, anche ad una maggiore probabilità di diffusione di malattie come la malaria o causate dalla contaminazione delle fonti di approvvigionamento idrico, come tifo e colera. Insomma, per riassumere le condizioni in cui versa il Paese possiamo affidarci alle parole lapidarie del Direttore esecutivo del World Food Programme, David Beasley: “La situazione in Madagascar è qualcosa che si vede solo nei film dell’orrore, anche il più temprato operatore umanitario scoppierebbe in lacrime”.

di Valerio Orfeo

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