Egidio Ciancio, coordinatore di ANPAS Campania, racconta il ruolo delle Pubbliche Assistenze nella provincia di Napoli, tra emergenza sanitaria, assistenza ai fragili e impegno civico.
Quali sono le principali attività che ANPAS svolge nella provincia di Napoli e come si sono evolute negli ultimi anni?
ANPAS Campania è presente con 60 Pubbliche Assistenze e da oltre trent’anni rappresenta un punto di riferimento per il sistema socio-sanitario regionale. Nella provincia di Napoli, operiamo in modo strutturato nell’area dell’ASL Napoli 2, con due presìdi principali: a Quarto, con la Croce Italia Area Flegrea, e a Grumo Nevano, con La Cura Solidale Odv. Da queste basi gestiamo 12 postazioni del 118, garantendo un servizio di emergenza urgenza H24. Ma l’attività non si ferma qui. Offriamo trasporti sanitari ordinari e specialistici, assistenza domiciliare e accompagnamento socio-sanitario per anziani, disabili e persone fragili, senza dimenticare il presidio sanitario durante grandi eventi culturali e sportivi, come il concerto dei Coldplay o le Universiadi. Abbiamo poi una presenza attiva a Cicciano con la PA Assistenza Infermieristica Solidale H24 Odv, e a Pomigliano d’Arco con il Nucleo Volontari di Protezione Civile.Negli ultimi anni, il nostro ruolo si è evoluto per rispondere a una crescente complessità sociale, acuita dalla pandemia e dalle disuguaglianze territoriali. Oggi non siamo più solo soccorritori: siamo parte di una rete di prossimità che opera per prevenire il disagio, accompagnare le fragilità e garantire servizi continuativi.
Come gestite le emergenze sanitarie e quali sono le principali difficoltà che affrontate sul campo?
L’emergenza viene gestita in coordinamento con le centrali operative territoriali. I nostri equipaggi sono formati per rispondere a qualunque tipologia di evento: dai traumi gravi ai malori improvvisi, fino ai trasporti protetti per pazienti vulnerabili. Tuttavia, le difficoltà operative sono numerose. Una delle più ricorrenti riguarda l’accessibilità ai luoghi di intervento: il traffico intenso, le strade strette dei centri storici e la scarsa pianificazione urbana rallentano i soccorsi. In alcune aree manca anche una distribuzione equilibrata dei presidi sanitari, rendendo il lavoro ancora più complesso. A tutto questo si aggiunge un problema che ci preoccupa molto: la sicurezza degli operatori. Sempre più spesso, i nostri volontari subiscono aggressioni, minacce o furti. In quartieri più problematici, intervenire può diventare rischioso. È un tema su cui chiediamo da tempo maggiore attenzione. Nonostante ciò, ANPAS Campania continua a garantire una risposta puntuale, professionale e umana.
Qual è la relazione tra ANPAS e le istituzioni pubbliche?
Lavoriamo in sinergia con le ASL, i Comuni, le Prefetture. Partecipiamo ai tavoli istituzionali previsti dal Codice del Terzo Settore, portando il nostro contributo alla programmazione dei servizi. Non ci limitiamo a fornire ambulanze: svolgiamo trasporti sanitari, assistenza domiciliare, supporto agli eventi pubblici complessi. In situazioni straordinarie, come calamità o crisi sanitarie, siamo parte integrante della macchina operativa: ci occupiamo di triage, logistica, supporto alla popolazione. Questa visione allargata ci consente di operare anche in ambito educativo e sociale, promuovendo campagne di sensibilizzazione e percorsi di cittadinanza attiva.
Che ruolo ha il volontariato nelle vostre attività, e che messaggio vuole rivolgere ai giovani?
Il volontariato è il cuore pulsante di ANPAS. Non è un accessorio, ma la base da cui nasce tutto. Il nostro modello è quello della cittadinanza attiva: persone che scelgono di mettersi a servizio della comunità, con competenza, dedizione e umanità. In Campania, i nostri volontari operano nel 118, nella Protezione Civile, nei servizi alla persona, nella formazione e nell’educazione sanitaria. Ogni attività è resa possibile da questa “infrastruttura invisibile” fatta di donne e uomini che credono in un’idea di società fondata su solidarietà, giustizia e corresponsabilità.
Ai giovani dico questo: il volontariato non è beneficenza. È un gesto politico e culturale. È un modo per conoscere il proprio territorio, per crescere, per costruire legami autentici. Non servono superpoteri, ma passione, ascolto e responsabilità. In un’epoca segnata da disillusione e precarietà, fare volontariato significa restare umani, allenarsi al dialogo, accettare la fatica. Lo ha ricordato anche Papa Francesco durante il Giubileo del Volontariato, rivolgendosi ai giovani: “Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire un mondo migliore. Il volontariato è una delle vie privilegiate per mettere in pratica questo sogno.” È un messaggio che ANPAS Campania fa proprio ogni giorno.
di Francesco Gravetti

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