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ANONIMO PORTICESE: tra il Granatello e il Vesuvio si aggira un Liberato della letteratura

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Un (mano)scritto misterioso, capitoli di un libro che circola tra i pochi che lo hanno scovato in maniera quasi carbonara. Un autore la cui identità è e resterà sconosciuta.
Sembra la trama di un giallo alla Dan Brown, ma è un mistero in pura salsa vesuviana: è ormai da qualche mese che in rete, in alcuni dei gruppi Facebook “identitari” della città di Portici, circolano stralci di un romanzo giallo ambientato tra Granatello e Vesuvio, il cui autore ha deciso di restare anonimo. Una storia scritta di getto, giorno per giorno, e svelata come i romanzi di un tempo che venivano pubblicati a puntate sui giornali, avete presente, i feuilleton, quei romanzi d’appendice che tanto piacevano ad avi e trisavoli.

Qui la scelta è diversa, ma ugualmente avvincente: il libro è infatti stato “rilasciato” con il contagocce e sta riscuotendo un notevole successo sui gruppi Facebook dedicati alla città della Reggia, proprio perché la vicenda è interamente ambientata a Portici ed è facile riconoscere – pure se chiaramente il racconto è di fantasia – strade, persone, circostanze reali.

Al momento il romanzo non è stato pubblicato, il “Liberato della letteratura” che si nasconde su Facebook dietro il nome “membro anonimo” non ha svelato la sua identità, ma per far fronte alle tantissime richieste di recupero di capitoli arretrati, Libridine, una delle librerie “identitarie” del territorio ha deciso di contribuire alla diffusione del libro in maniera non usuale, regalando sul proprio canale whatsapp tutti i capitoli, sempre a puntate, proprio come per la pubblicazione sui social (le info al link https://whatsapp.com/channel/0029VaDx5UyDOQIXBJFaG21G). Inoltre, l’unica copia cartacea del romanzo, stampato in maniera “casalinga”, è stata resa disponibile dallo stesso “Anonimo Porticese” per la sola lettura, purché alla postazione realizzata in libreria.
Una trovata simpatica, certamente. Ma perché? «Ho deciso di mantenere l’anonimato – commenta “Anonimo Porticese” – per far conoscere esclusivamente quello che scrivo, senza dare alcun rilievo a chi ci sia dietro la storia. Spesso si viene influenzati in maniera positiva, o negativa, se si lega la scrittura a un’immagine. In questo modo si resta neutri, ed è quello che voglio vedere negli occhi di chi mi legge».
D’accordo. Ma perché ambientare il romanzo a Portici? «In realtà – spiega l’autore – il romanzo non è la sola produzione che sta tenendo banco sui social in questi giorni. Una volta conclusa la pubblicazione dei capitoli del romanzo IL RUMORE DELLE ACQUE, inizieranno a comparire anche racconti brevi, ambientati sempre a Portici. Vivo qui, tra Granatello e Vesuvio, e ho ambientato il libro e questa serie di racconti a Portici perché amo molto la mia città. Credo seriamente di essere fortunato a vivere qui. Inoltre, vorrei coinvolgere i miei concittadini perché penso che leggere sia davvero importante. Magari, chi lo sa, posso riuscirci così».

di Nadia Labriola

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