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Medici Senza Frontiere, la voce dei volontari napoletani

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NAPOLI – Nata il 20 dicembre 1971 da un gruppo di medici e giornalisti francesi insoddisfatti di come venivano curate e raccontate le popolazioni del terzo mondo l’organizzazione Medici Senza Frontiere si è diffusa a macchia d’olio nel tempo, operando, ad oggi in più di sessanta Paesi. Esiste anche una missione Italia che si occupa principalmente dei popoli migranti. Su questo aspetto lavora anche il gruppo nato nel 2008 a Napoli. «Nel nostro mandato di gruppo locale dobbiamo adoperarci per la raccolta fondi e per le testimonianze. Organizzare eventi di questo tipo – racconta Luca, vicecoordinatore del gruppo di Napoli, a margine dell’incontro pubblico di giovedì – nei quali noi possiamo portare il nostro messaggio, anche raccontando le nostre campagne, come quella nella quale sfatiamo i falsi miti sui migranti, di cui Msf in Italia si occupa tantissimo, è importante». Medici Senza Frontiere non è un’organizzazione composta esclusivamente da personale sanitario. Anzi. Come spiega lo stesso Luca all’organizzazione servono anche altri profili. Amministrativi ad esempio, perchè, per portare avanti una macchina così complessa è necessrio poter contare su professionisti di vari settori. Personale non sanitario lo si trova soprattutto tra i volontari dei gruppi locali, infatti «c’è anche gente che semplicemente vuole adoperarsi per la causa», chios ail vicecoordinatore del gruppo partenopeo.
TESTIMONIANZE – Nei gruppi locali c’è anche chi cresce, si forma e parte per le missioni all’estero. Come Umberto Colella, giovane medico specializzando di Ischia, isola del golfo di Napoli, che ha al suo attivo già due esperienze di missioni. «Mi sono avvicinato ad MSF – racconta Umberto – come semplice volontario». Oggi da studente dell’ultimo anno di specialistica in anestesia e rianimazione all’Università Federico II di Napoli Umberto Colella ha già esperienza sul campo con l’organizzazione nata in Francia più di quarant’anni fa. «Ho avuto la possibilità di partecipare alle missioni in Afghanistan, in un centro di salute materno infantile al confine con il Pakistan, e sulla Bourbon Argus, una delle tre navi di MSF che si occupa di ricerca e soccorso nel canale di Sicilia», dice il giovane medico. Di solito MSF fa partire solo medici già specializzati, ma Umberto ha potuto fare questa esperienza prima di completare i suoi studi grazie ad un corso My Italian Medic organizzato dal Crimedin di Novara assieme a Medici Senza Frontiere. L’organizzazione, composta da medici, e non solo, non prescinde da tre cardini: indipendenza, neutralità, imparzialità. MSF opera dove c’è necessità. In Paesi colpiti da catastrofi naturali, epidemie, conflitti. Da Haiti all’Africa susahariana al Medio Oriente. Ad oggi l’organizzazione medio umanitaria vincitrice del Nobel per la Pace nel 1999 opera in oltre sessanta Paesi.

di Ciro Oliviero

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