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Sos dalla Siria: «Centro pediatrico di Damasco a rischio chiusura»

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SYRIA-CONFLICT-REFUGEESDAMASCO – Sarebbe a rischio chiusura il centro di cardiochirurgia pediatrica dell’Università di Damasco, in Siria. L’allarme è stato lanciato dall’associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo (www.bambinicardiopatici.it). Il Centro specializzato è stato aperto nel 2011 grazie a un progetto varato dalla Onlus, con la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri-Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, e iniziato nel 2000, quando in Siria il tasso di mortalità generato dalle cardiopatie congenite infantili era del 50%.  In oltre 10 anni, Bambini Cardiopatici nel Mondo ha avviato un programma di formazione del personale medico e paramedico siriano grazie all’assegnazione di borse di studio presso l’I.R.C.S.S. Policlinico San Donato e mediante missioni operatorie in loco. Oggi il Centro di cardiochirurgia pediatrica è diretto dal dott. Tammam Yousseff, che ha completato la specializzazione grazie all’Associazione di cui è ora membro del CdA. In questi anni sono stati formati 15 medici siriani che hanno potuto compiere 170 operazioni.
«Con l’inizio della guerra civile, 2 anni fa, è diventato sempre più difficile, se non impossibile, organizzare le missioni operatorie dall’Italia. – Ha dichiarato il professor Alessandro Frigiola, primario di cardiochirurgia pediatrica al Policlinico San Donato e Presidente dell’Associazione – Malgrado le enormi difficoltà, i nostri medici siriani non accennano a diminuire l’attività e nel centro si continua a operare al ritmo di almeno un’operazione al giorno, ma cominciano a scarseggiare i materiali necessari per effettuare gli interventi».
«A causa dell’embargo i farmaci e gli alimenti sono diventati molto costosi e a farne le spese è solo la popolazione civile – ha commentato il dott. Tammam Yousseff – Non voglio parlare della crisi politica e di questo disastro. Noi curiamo soltanto i bambini e ci occupiamo delle loro sofferenze. Per questo il messaggio che lancio è un grido d’aiuto: facciamo sì che il centro continui la sua attività, non facciamo pagare ai tanti piccoli innocenti il prezzo dell’ennesima guerra».

di Francesco Gravetti

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