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L’orchestra multietnica nata all’ombra del Vesuvio / VIDEO

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di Stefania Melucci
NAPOLI. La parola Omm sta per Orchestra multietnica mediterranea, melting pot musicale nato ai piedi del Vesuvio. Artisti provenienti da tutto il mondo hanno trovato il loro equilibrio tra melodie e note all’interno di un gruppo variegato che attraversa i differenti continenti. Un mix di dialetti e lingue che s’intrecciano nei testi realizzati. Un viaggio dall’Europa all’Africa, passando per l’est asiatico. Sri Lanka, Croazia, Nigeria, Albania e Italia sono solo alcuni dei paesi di provenienza dei ventuno elementi dell’Orchestra multietnica mediterranea, nata da un’idea di Giovanni Guarrera e Romilda Bocchetti. “Il lavoro è iniziato circa un anno fa – spiega Romilda Bocchetti, voce del gruppo – grazie alle associazioni Garibaldi 101 e Orchestra dei Liberi pensatori siamo riusciti a creare un gruppo affiatato, capace di confrontarsi e condividere una bella esperienza. Speriamo che questa possa essere una opportunità lavorativa anche per chi si è avvicinato alla musica recentemente”.

I PROVINI. Un lavoro di ricerca per provinare i ragazzi da inserire nell’orchestra. Successivamente, una volta creato il gruppo, sono iniziate le esercitazioni in studio con le tante ore passate nella sala prove di via Scarfoglio. Tra i ragazzi, anche un gruppo di richiedenti asilo provenienti dalla Nigeria arrivati lo scorso mese di luglio a Lampedusa. Il lavoro è appena iniziato, nel mix di generi e culture, si potranno aggiungere nuovi elementi. “A Napoli non esisteva una cosa simile – aggiunge il direttore artistico Giovanni Guarrera – capace di unire, aggregare attraverso musicalità e generi differenti. So solo che c’è una voglia di scambio, questa voglia di incontro tra le culture”.
LA FESTA. Il primo debutto sarà a Napoli, in piazza del Gesù: i ragazzi saliranno sul palco il 21 giugno alle ore 21, in occasione della Festa della Musica, special guest sarà il jazzista Max Puglia. Tanta emozione e adrenalina per chi affronterà il pubblico, soprattutto la prima volta: “C’è un po’ di paura – spiegano durante le prove – serve soprattutto per dare il meglio”.

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