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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne va in scena “La voce a te dovuta”

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Al Teatro Sannazaro prosegue “Prime di settimana”, la rassegna teatrale nata in collaborazione con la compagnia Teen Theatre con uno spettacolo per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Martedì 25 e mercoledì 26 novembre, alle ore 21, Anna e Clara Bocchino sono le protagoniste de “La voce a te dovuta”, da un’idea di Anna Bocchino ed Ettore Nigro, con i testi di Sharon Amato. La regia e la drammaturgia sono affidati a Ettore Nigro, le scene sono di Giancarlo Minniti, i costumi di Giuseppe Avallone, le musiche a cura di Antonio Bocchino, le foto di scena di Mariacarla Ponticelli, e l’assistente alla regia è Giovanni Sbarra. La produzione è Piccola Città Teatro.

Lo spettacolo parte da un potente espediente scenico: due gemelle in scena che, con profondità e un’ironia sorprendente, attraversano il tema della violenza. Attraverso il loro dialogo, provano a squarciare quel grande silenzio che immobilizza le vittime e chi vorrebbe aiutarle.

Dentro un podcast che accoglie e amplifica le storie personali, la voce diventa strumento poetico, politico, necessario. È nella voce, oggi, che si nasconde il più autentico atto rivoluzionario. Perché questa non è una storia di pochi: riguarda tutti. Nessuno escluso.

La compagnia rappresenterà la pièce anche la mattina per alcuni istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa

Inoltre da una settimana nel foyer del teatro è stata posizionata una speciale box e chi vuole, può lasciare, anche in forma anonima, la propria storia inerente alla tematica affrontata durante lo spettacolo. Un atto simbolico di coraggio per parlare della propria esperienza, raccontando episodi di soprusi e di violenza. La compagnia, in seguito, realizzerà il podcast “La voce a te dovuta” per dare voce a chi non riesce a parlare e a chi non può più farlo.

Come dichiara il regista Ettore Nigro «Immaginare di poter sviscerare la “questione femminile” nella porzione di tempo di uno spettacolo è sicuramente impresa folle e impossibile; tuttavia, questa impossibilità non deve essere una scusa per rimandare un appuntamento così importante. Questa è stata la mia premessa quando decisi di incamminarmi lungo questo il percorso tortuoso. Immediatamente mi è apparso il titolo di una celebre raccolta poetica di Pedro Salinas – “La voce a te dovuta”, lo spettacolo non intende essere né un j’accuse diretto, né una relazione sociologica, ma è un atto d’amore, amore come reale e unico antidoto ad ogni forma di discriminazione. Le due sorelle (gemelle) interrogandosi, interrogano il pubblico sia in sala, che quello immaginato nel loro podcast, aprono uno spazio interiore dal quale fare uscire un amorevole coraggio di esporsi, non di imporsi, l’intervento della parola poetica funge da motore maieutico per intenerire la spessa “scorza” frapposta tra la volontà di “essere accettate” e la società odierna che le vorrebbe ancora in una certa misura, non dico prigioniere, ma sicuramente sopite. Ci troviamo quindi di fronte ad un gigante, contro il quale sembra che si sia ancora fatto poco; forse perché intimoriti dalla sua vastità? Ma questo gigante è composto da milioni di silenzi, di storie piccole e personali, di tragedie accettate perché non percepite come tragedie. Le due sorelle attraverso il dar voce e accogliendo le storie singole dissolvono il gigante facendocelo vedere per quello che è: un mostro composto da milioni di piccole storie, ecco allora che il gigante si smembra e tutto diventa alla nostra portata. Come uomo, ed anche per questo ho deciso di intraprendere questo processo, voglio incidere una strada, per comprendere se anche in me possano esserci echi di una discriminazione indotta da anni e anni di “educazione” che hanno favorito lo status in cui siamo immersi».

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