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“Dedicata a te’’, i numeri di Napoli: 500 euro a 32mila aventi diritto

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È partita lunedì 9 settembre in tutt’Italia la distribuzione per l’anno 2024 di “Dedicata a te’’, la card con un importo di 500 euro in favore dei nuclei familiari con un reddito basso. I fondi per la card sono interamente messi a disposizione dallo Stato, i Comuni non elargiscono cifre per la misura di sostegno ai meno abbienti scelta dal governo Meloni. A richiedere la card possono essere quei i nuclei familiari con un Isee inferiore ai 15.000 euro. A Napoli, ricorda l’assessore comunale al Welfare Luca Trapanese, «chi ha dichiarato un Isee di meno di 15.000 euro sono 62.000 ma ad averne diritto sono soltanto 32.000, quasi la metà, a causa delle risorse esigue messe a disposizione dal governo nazionale». Gli enti locali non selezionano i beneficiari della card Dedicata a Te né ricevono i fondi da poi girare per caricare la “Dedicata a te’’.

L’unico compito delle amministrazioni locali, in questo caso il Comune di Napoli, è quello di elaborare un elenco online cui gli aspiranti beneficiari possono accedere con il proprio Spid o attraverso il supporto dei Caf per verificare se hanno o no avuto il via libera all’utilizzo della “Dedicata a te’’. I 32.000 beneficiari di Napoli possono scaricare la lettera che attesta l’accettazione della domanda e recarsi all’ufficio postale per ritirare la carta. Chi nel 2023 ha già potuto utilizzare la card, non dovrà fare questo passaggio perché la ricarica è automatica, laddove non ci sia il superamento degli aventi diritto e cioè se alcuni beneficiari hanno sopravanzato alcuni altri in graduatoria in relazione alla propria condizione economica.

I 500 euro della “Dedicata a te’’ possono essere usati per l’acquisto di beni di prima necessità, carburanti o per prendere i mezzi pubblici. Inoltre, la card dovrà essere attivata entro il 16 dicembre con il budget da spendere entro il 28 febbraio. Resta un nodo importante, cioè come garantire l’importo agli aventi diritto rimasti però esclusi per mancanza di fondi disponibili. «In questo caso il ricorso va fatto allo Stato e non al Comune di Napoli perché non è artefice della misura di sostegno non determinandone i parametri e l’attivazione» chiosa l’assessore Luca Trapanese.

di Antonio Sabbatino 

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