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Le vittime innocenti della camorra? Sono “Vive, nella memoria”

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immagine di copertinaNAPOLI – Accade spesso, nel territorio campano, che si muoia “per sbaglio”, che si venga uccisi brutalmente anche se non si ha alcun legame con il mondo criminale. Un tragico scambio di persona, una pallottola vagante e in pochi secondi, la vita di vittime innocenti vengono spezzate. Perché accade? E come convivono con un tale dolore i loro familiari? Queste sono le tematiche trattate nel lavoro della fotografa Serena Faraldo in mostra al Teatro Bellini di Napoli per “Le quinte fotografiche”. Il progetto fotografico, “Vive, nella memoria”, sarà inaugurato oggi, alle 18:30, nel foyer del Teatro Bellini e la mostra sarà visitabile al pubblico fino al 14 aprile.
I VOLTI – La fotografa napoletana, classe 1985, ha realizzato un percorso tutto al femminile. Le protagoniste sono, infatti, mamme, sorelle, figlie, mogli di vittime innocenti della criminalità “comune” o “organizzata”. Le donne, fotografate in luoghi importanti per i loro cari scomparsi, raccontano il loro assurdo destino. Vittime di una guerra, una battaglia contro la camorra.
IL PROGETTO – Il percorso “Le quinte fotografiche” è stato realizzato dal Teatro Bellini di Napoli, Napolin Vespa Tour, Spazio Tangram e curato da Dario Buonfantino e Michele Del Vecchio.  Il progetto è sostenuto dalla fondazione Pol.i.s. che da anni si occupa di aiutare le vittime innocenti della criminalità organizzata e comune e della redistribuzione alla società civile dei beni confiscati alle mafie.
 

di Stefania Melucci

 

 

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