NAPOLI- La telefonata più importante della sua vita Rossella l’ha attesa per sei anni. Da quando insieme a sua moglie Roberta è diventata mamma del piccolo Lorenzo. Non serviva una sentenza per sancire che la loro fosse una famiglia a tutti gli effetti, ma quella della corte d’Appello di Napoli, che arriva insieme a quelle di Pistoia e Bologna, è destinata a fare scuola. I magistrati partenopei hanno riconosciuto che Lorenzo, nato grazie a un’inseminazione artificiale a cui si è sottoposta Roberta Passaro, è figlio anche di Rossella Chianese e lo è fin dalla nascita. “Svolge tale ruolo da un momento precedente al concepimento, avendo contribuito alla sua generazione, (non importa se solo con la prestazione del relativo consenso)”. Con queste parole la sentenza va oltre il caso del piccolo Lorenzo e delle sue due mamme, perché crea un precedente, dando speranza alle famiglie arcobaleno che ancora lottano per il riconoscimento della normalità. Rosella ha avuto la notizia con una telefonata del suo avvocato Francesca Quarato, mentre accompagnava suo figlio a equitazione. La gioia si è trasformata in un pianto liberatorio perché da quel momento anche per la legge la sua era una famiglia a tutti gli effetti. Lei che madre lo era già da tanto non aveva di certo bisogno di un riconoscimento burocratico. Ma, come sottolinea «Lorenzo ora ha due cognomi e si sente legittimato. Per tutti siamo i genitori di Lorenzo da sempre. Come suggerisce anche la sentenza, non è la biologia a renderti genitore ma l’amore che nutri verso questi bambini. Quindi è semplice. Per i bambini è semplice. Per gli adulti continua a essere sempre qualcosa di complesso».

di Clara Marino

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