Un museo d’arte contemporanea di respiro internazionale che, vista la perdurante chiusura dovuta alle restrizioni anti Covid, si trasforma in hub vaccinale mettendo a disposizione i propri spazi per tutelare ultra ottantenni e persone fragili del territorio consentendo loro di ricevere il siero vicino casa. Il Museo Madre di via Luigi Settembrini, nel quartiere San Lorenzo, è dallo scorso weekend un luogo di speranza e di ritorno pieno alla vita con 4 box allestiti dall’Asl Napoli 1 Centro nei quali vaccinare persone della terza età e con varie patologie.

Sabato mattina il primo centinaio di somministrazioni della Pfizer su 120 prenotazioni (sempre sulla piattaforma Sinfonia gestita dalla centrale acquisti della Regione Campania Soresa) e nella giornata di domenica 114 su 126 prenotazioni per le categorie con la salute più a rischio con il Museo trasformato quasi in ambulatorio, struttura di medicina territoriale smantellata negli anni a causa di discutibili tagli. I cittadini interessati apprezzano questa nuova organizzazione di prossimità e lo dichiarano apertamente. Ne abbiamo intercettato qualcuno sabato. «Io abito poco distante e sono stata contenta di venire qui mentre mio marito è dovuto andare sino alla Mostra d’Oltremare per farsi il vaccino. Io non avevo paura perché ho visto che lui non ha avuto tanti effetti collaterali» dice Vincenza Bettoliere, 80enne residente nella zona di San Giovanni a Carbonara che dista pochi metri dal Madre. Altro elemento tranquillizzante la somministrazione del siero Pfzier e non Astazeneca con quest’ultima società farmaceutica finita nel mirino per alcuni presunti casi di reazioni gravi dopo la somministrazione. Anzi, in alcune famiglie è nato il dibattito sull’opportunità proprio dell’inoculazione.

È il caso della signora Maria Cantone, 81enne di via Duomo e di sua figlia Vittoria che l’accompagna nella giornata di sabato per la vaccinazione. «Non avevo alcun timore e non ho sentito neanche la puntura dell’iniezione». Vittoria, la figlia della signora Maria, invece confessa di avere «il terrore del vaccino. Non so se vorrò farlo, deciderò quando arriverà il mio turno. Mia madre ha deciso in autonomia anche se l’avrei scoraggiata se il vaccino fosse stato quello di Astrazeneca». Maria aggiunge: «Ho cercato di convincerla dicendole “un poco di schifezza ci devono dare, quindi non c’è problema è tutto ok’’». «A San Lorenzo – ricorda la direttrice sanitaria dell’Asl Napoli 1 Centro Mariella Corvino – c’è una grande concentrazione di anziani e persone fragili quindi abbiamo deciso di allestire gli spazi al Museo Madre. Quando il centro andrà a regime, arriveremo anche a 600 inoculazioni al giorno». Contenta si mostra anche la presidente del Museo Madre Angela Tecce. «Le vaccinazioni al Madre sono un’occasione per il museo non solo di accogliere i cittadini, ma anche di avvicinarli all’arte contemporanea. Non a caso abbiamo installato delle opere nella sala dove si svolgono le operazioni di vaccinazione, affinché le persone possano conoscere e scoprire un luogo che speriamo continui a far parte della loro vita anche in futuro».

di Antonio Sabbatino