Con N’Sea Yet  sono tornati al frutteto i bambini della scuola DPDB – Dalla parte dei bambini – Scuola Internazionale Bilingue che avevano piantato con noi gli alberi di limone e mandarino. “Si sono tenute al frutteto delle lezioni riguardanti tematiche ecologiche quali l’importanza di piantare più alberi in città e l’impatto ambientale individuale che dev’essere ridotto il più possibile attraverso i comportamenti quotidiani – spiegano gli attivisti di N’Sea Yet, presieduta da Dario Catania – abbiamo trasformato la teoria in pratica giocando a “Prendi 3” (trovare e raccogliere tre rifiuti ndr) e differenziando i rifiuti raccolti nel Parco Viviani  in carta, plastica e indifferenziato così da formare cittadini consapevoli per la comunità ecologica che stiamo costruendo a piccoli passi. “Vogliamo dire grazie ai bambini per il solo fatto di amare insieme a noi la Natura – concludono gli attivisti – costruire una comunità ecologica significa costruire una comunità di Pace, contribuire a tutelare le risorse del territorio (acqua potabile, ossigeno, coltivazioni) e quindi, appunto, a promuovere la Pace.” Le guerre sono spinte da logiche non razionali perché l’accaparramento violento delle risorse porta alla distruzione (in termini di vite, di flora, fauna e di risorse ambientali in generale). Quando si parla di motivi economici dietro una guerra, in realtà sono anti-economici per la nostra società globalizzata. “Occorre agire per stili e pensieri di vita sostenibili dove la guerra e l’inquinamento devono essere ripudiati, così come sancito dalla nostra Costituzione”, è il lodevole ragionamento di N’Sea Yet.
di Mirella D’Ambrosio 

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