La cronaca porta alla luce episodi particolarmente tristi per le persone LGBT+ ma a Napoli la Casa delle Culture e dell’Accoglienza apre le sue porte e cura le ferite. “Ho appena accompagnato un ragazzo di 19 anni di Napoli nella Casa delle Culture e dell’Accoglienza LGBT+ messo fuori casa brutalmente dai genitori perché omosessuale – racconta Antonello Sannino, segretario del Comitato ArciGay Antinoo di Napoli – purtroppo, ancora una volta, buttati fuori di casa dai propri genitori solo perché gay, lesbica o trans: cronaca di ordinaria miseria e inciviltà.” Si tratta della prima e unica casa di accoglienza del Comune di Napoli, frutto del lavoro unitario della comunità. “La struttura è operativa da maggio e, in appena quattro mesi, quella di oggi è la decima segnalazione presa in carico – spiega Sannino – le accoglienze di persone LGBT vittime di odio e di discriminazione, vittima di solitudine, ma c’è ancora chi sostiene che l’omofobia e la transfobia non esistano. Le leggi sono fondamentali per cambiare la cultura di una comunità, di un Paese, ma abbiamo bisogno dello Stato e di aiuti concreti – conclude – un grazie immenso al Comune di Napoli e al sindaco Luigi de Magistris  per aver fortemente voluto questo presidio di civiltà e libertà.” La Casa rappresenta un’ambizione e un desiderio di risposta alle delicate istanze di una comunità che per anni ha visto tutti i partners lavorare uniti.

di Mirella D’Ambrosio

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