ROMA- In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale delle donne, Amnesty International Italia promuove numerose iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla campagna “Mai più spose bambine”, con l’obiettivo di porre fine alla grave violazione dei diritti umani rappresentata dai matrimoni precoci e forzati, che si radica nella povertà e nella discriminazione.
Secondo le stime del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), 13.5 milioni di ragazze ogni anno nel mondo sono costrette a sposarsi prima dei 18 anni con uomini molto più vecchi di loro: 37 mila bambine ogni giorno alle quali, di fatto, viene negata l’infanzia. Isolate, tagliate fuori da famiglia e amicizie e da qualsiasi altra forma di sostegno, perdono la libertà e sono sottoposte a violenze e abusi. Molte di loro rimangono incinte immediatamente o poco dopo il matrimonio, quando sono ancora delle bambine.   I matrimoni precoci e forzati sono illegali secondo il diritto internazionale e sono vietati in molti dei paesi che ne registrano un alto tasso, ma le leggi esistenti spesso non vengono applicate oppure forniscono eccezioni per il consenso dei genitori o per le pratiche tradizionali. Grazie alla pressione sinora esercitata da Amnesty International, che chiede al governo del Burkina Faso di far rispettare la legge e proteggere le ragazze e le giovani donne, nel dicembre 2015 il ministero delle politiche e della solidarietà sociale del Burkina Faso ha adottato una strategia nazionale (2016-2025) e un piano d’azione triennale (2016-2018) per prevenire ed eliminare il matrimonio precoce e forzato nel paese.
É un passo positivo accolto con favore. Ma c’è ancora molto da fare. Per questo Amnesty International continua a raccogliere firme in favore di Maria (nome di fantasia) che a 13 anni è stata costretta a sposare un uomo di 70 che aveva già cinque mogli e delle altre spose bambine in Burkina Faso invitando tutti a partecipare con un’azione specifica: dall’8 marzo al 15 aprile produrre quanti più origami possibile a forma di fiore che saranno consegnati all’Ambasciata del Burkina Faso in Italia. Il fiore di carta intende rappresentare il simbolo dell’infanzia negata alle bambine del Burkina Faso.
Le persone che parteciperanno regaleranno così un fiore per esprimere la propria solidarietà a tutte quelle bambine che in Burkina Faso vedono i propri diritti negati. La grafica della parte interna del fiore richiamerà i tessuti tradizionali del Burkina Faso, sulla parte esterna, gialla, sarà possibile scrivere il proprio nome accanto a un messaggio. Per partecipare e seguire la campagna sui social network si potrà usare l’hashtag #maipiùsposebambine. Per informazioni sull’azione: http://www.amnesty.it/burkina

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