Nel Mezzogiorno vive oltre un terzo dei cittadini italiani. In questa area del Paese, inoltre, si vive un forte disagio sociale che non è paragonabile a quello del resto d’Italia. Eppure il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando ha deciso di destinare alle otto regioni del sud solo il 18 per cento dei fondi per i servizi sociali previsti dalla legge 178 del 30 dicembre 2020. Di queste, inoltre, un terzo è destinato alla Sardegna, dove i servizi sociali sono senza dubbio migliori di quelli di altre regioni, in primis della Campania. In questo modo si penalizzano i cittadini. In particolar modo disabili, anziani non autosufficienti e minori a rischio. Senza questo ripartimento di risorse dal governo centrale i Comuni non potranno assumere assistenti sociali. Spesso in territori dove sono già in un numero esiguo. La Campania ha 52 distretti. Di questi 31 non riceveranno un solo euro di fondi per i servizi sociali. E agli altri non saranno destinate ingenti risorse. In sostanza si affossano i servizi sociali in quasi tutti i territori.

«Questa scelta penalizza i cittadini, in particolar modo quelli fragili come anziani non autosufficienti e persone con disabilità. Questa ripartizione aumenta inoltre il divario tra nord e sud del Paese. A parte pochi casi, infatti, i Comuni a cui non sono stati destinate risorse o per i quali sono stati previsti fondi esigui si trovano nel Mezzogiorno. Molti di questi proprio in Campania. Questa scelta mette un freno alla battaglia per l’efficientamento dei servizi sociali e la riconversione degli ambiti sociali che stiamo portando avati da mesi. Le mancanze degli ambiti sociali sono evidenti, ma penalizzare i cittadini in maniera così netta non può essere la risposta giusta». A dirlo Giovanpaolo Gaudino, Portavoce del Forum del Terzo Settore della Campania.