Tante le associazioni che ieri, attraverso piccole delegazioni, hanno incontrato nel pomeriggio la ministra alla disabilità Erika Stefani a Napoli. Un incontro durato quasi tre ore, durante il quale sono stati sottoposti alla ministra tutti i limiti delle attuali normative in materia di disabilità. In particolare si è parlato di un miglioramento della legge sul “dopo di noi”, di scuola, lavoro e dell’annoso problema degli ausili necessari a molti disabili che spesso non vengono garantiti

«In realtà la ministra ci ha tenuto subito a chiarire che il suo Ministero non ha particolari funzioni operative e funge, più che altro, da collante tra i vari ministeri all’interno dei quali ricadono le diverse tematiche che investono il mondo delle disabilità – ha raccontato Daniele Romano, presidente della Onlus Fish Campania. La ministra ci ha tenuto subito a chiarire che la sua è una funzione più di ascolto e che le sue competenze si fermano là dove iniziano quelle degli enti locali che, a causa dell’autonomia, hanno maggiori competenze in materia. E il problema in effetti è proprio questo – ha concluso Romano –  l’insufficienze delle risposte da parte degli enti locali». In un breve confronto con la stampa, al termine dell’incontro con le associazioni, la Ministra ha detto di aver incontrato «persone con una grandissima competenza e molto preparate».

«Questa è la grande ricchezza che mi dà l’ascolto delle associazioni – ha proseguito Stefani – perché non solo vivono sulla loro pelle le problematiche ma sanno anche trovare proposte e soluzioni. Il mondo delle disabilità ha delle richieste e delle pretese e quest’ultimo anno è stato difficile per tutti, a volte ha anche acuito le criticità. Ora basta che ognuno faccia il suo, il Governo, le Regioni, i Comuni, le associazioni, i familiari e le persone con disabilità. Solo con una grande rete si riesce a far funzionare tutto».

Sullo stato d’avanzamento delle vaccinazioni dei fragili sull’intero territorio nazionale la Ministra ha poi aggiunto «Ora non ricordo i dati ma non siamo messi male».

di Luca Leva