Approvare il prima possibile anche al Senato il Disegno di legge Zan, consentendo così all’Italia di fare un passo in avanti in tema di diritti civili al pari degli altri Paesi europei. Anche da Napoli, replicando quanto già successo in altre città italiane, è arrivato il grido del mondo Lgbquia + di convertire in legge il Ddl che porta la firma del deputato Pd Alessandro Zan e già approvato alla Camera dei Deputati lo scorso novembre. Da allora, però, il Disegno di Legge è impantanato nella polemica politica. L’impianto del testo prevede responsabilità certe per chi tiene comportamenti giudicati discriminatori nei confronti di omosessuali, transessuali, donna, disabili. A ritrovarsi ieri in piazza Dante per un flash mob che ha assunto il titolo “Non un passo indietro’’, alla vigilia della giornata internazionale contro l’omofobila, transfobia e bifobia che si celebrerà oggi, varie realtà come Arcigay Napoli, Atn Associazione trans Napoli, Agedo, e altre. A partecipare anche i rappresentanti delle sigle sindacali quali Cgil e Uil e le assessore comunali alle Parti Opportunità e Libertà Civili Francesca Menna e alle Politiche Sociali Donatella Chiodo che hanno sventolato in piazza un enorme striscione della pace come vessillo alla possibilità per tutti di godere di diritti e protezioni normative.

Gli appelli -Loredana Rossi, vicepresidente Associazione transessuale Napoli, ricorda: «Già c’è la legge Mancino che tutela chi è vittima di discriminazione razziale o religioso ma è necessario proteggere chi è vittima di violenza fisica e verbale per il proprio orientamento sessuale. Lo vediamo tutti giorni quanto accade: il Ddl Zan tutelerebbe noi, è una bona legge, e magari farà da deterrente verso chi insulta». Il testo presentato in Parlamento dal deputato democrat però è avversato da parte del mondo politico soprattutto dai partiti di centrodestra Lega e Fratelli d’Italia che hanno un’altra visione rispetto al tema. «Questi partiti stanno cercando in tutti i modi di non far approvare la legge – attacca la Rossi – hanno trasformato la faccenda in una questione politica mentre noi diciamo soltanto che non esistono cittadini di serie A e serie B». Daniela Lourdes Falanga presidente di Arcigay Napoli sottolinea quanto accaduto in questo anno e più di pandemia. «I casi di violenza di genere che sono stati perpetrati verso le donne e le persone Lgbt sono aumentati a dismisura (poche invece le denunce a causa delle generali chiusure che non ha aiutato gli sportelli dedicati a individuare chi è stato vittima di vessazioni soprattutto in ambito familiare ndr.). L’Italia rimane l’ultimo Paese in Europa a garantire i diritti verso le persone intercettate come diverse che continuano a essere vessati sino all’interno delle proprie famiglie». Indomita a combattere è la Tarantina alias Carmelo Cosma ultimo rappresentante dei “femminielli’’. «Siamo un po’ indietro sulla garanzia dei diritti, sperando di poter andare avanti perché l’Italia resta testarda. C’è tanta ignoranza e tanta ipocrisia. Vorrei sapere per quelli che contestano la legge cosa rappresenta il sesso. Come la vivono loro la vita vogliono viverla pure gli altri» dice la Tarantina che nonostante abbia più di 80 anni promette: «Lotterò sempre, sino alla fine dei miei giorni per i diritti del mondo gay e trans».

I numeri mancanti– Alla questione delle tutele, si aggiunge quello di una mancanza di dati certi su quante persone ad esempio a Napoli potrebbero giovare della trasformazione in legge del Ddl Zan. Carlo Cremona di I Ken onlus lo spiega non solo come appartenente all’associazione di promozione del superamento delle differenze di genere ma anche come componente del tavolo di lavoro Lgbt presso la direzione generale dell’Istat tramite l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar). «Non esistono numeri precisi. Per tale motivo stiamo cominciando a fare delle indagini demoscopiche. La comunità Lgbt e le famiglie in generale non sono agevolate, basti pensare che la legge antiviolenza è concepita soltanto contro la violenza di genere dei maschi contro le femmine. Nel 2017 – ricorda Cremona – quando abbiamo aperto “Questa casa non è un albergo’’ all’interno del bene confiscato di via Genovesi, la prima casa di accoglienza per persone oggetto di discriminazione, eravamo consapevoli che l’invio chi anche solo anagraficamente è maschio anche solo anagraficamente fosse tutto a carico del privato sociale perché i servizi pubblici non prevedono la tutela del genere maschile. Ancora oggi chi è ostracizzato finisce in case famiglia generiche e non specifiche di genere». Sulla polemica politica rispetto alla legge Zan Cremona ha idee altrettanto chiare. «Il Ddl Zan sarebbe la migliore legge possibile e immaginabile e come tutte le leggi è suscettibile di modificazioni. A noi hanno fatto inghiottire la legge sulle Unioni di Civili, che non era esaustiva, dicendo “approviamola e poi la emendiamo migliorandola’’. Noi chiediamo esattamente questo: il Parlamento approvasse la legge e poi quello venturo lo migliora per la garanzia dei diritti».

La Cgil e l’assessore Menna– Da Nuovi Diritti della Cgil Napoli Campania affermano come “l’omo-lesbo-bi-trans-intersex-afobia, la misoginia e l’abilismo siano fenomeni da affrontare soprattutto attraverso l’educazione e la formazione, con il contrasto all’esclusione dal lavoro, con welfare universale e servizi pubblici in base alle esigenze dell’intera comunità’’. Che ci sia il “monitoraggio dei bandi e dei fondi per costruire adeguati centri antiviolenza e consultori; si intervenga sulla legge 164/1982 per la rettificazione anagrafica del sesso’’ e“vi sia il pieno riconoscimento della genitorialità’’. «Soprattutto di questi tempi – ravvisa l’assessore alle Parti Opportunità e Libertà Civili Francesca Menna – c’è una battuta d’arresto sui diritti civili dopo un periodo nel quale pareva stessero progredendo. È necessario non dare nulla per scontato e far capire che non si può impedire a una persona di mostrarsi per quella che è. Il Comune di Napoli è sempre stato schierato. Con gioia quest’anno abbiamo inaugurato la Casa comunale delle culture dell’accoglienza per persone Lgbt + vittime di discriminazione o marginalità sociale (capofila Antinoo Arcigay Napoli ndr.). Si tratta del primo esempio in Italia riservendo il bando a quelle associazioni già impegnate sul tema delle discriminazioni».

DI ANTONIO SABBATINO