Due anni lontani dalle proprie abitazioni, senza una prospettiva di ritornarci e con il serio rischio che la tabella di marcia della fine di almeno parte degli interventi manutentivi e di ripristino dello stato dei luoghi previsti nel 2022 non venga rispettata. Gli abitanti di piazzetta e via della Concezione, in pieno centro storico a Napoli, sono ancora costretti a dimorare altrove dopo lo sgombero disposto a seguito del crollo della Farmacia Storica dell’ospedale Incurabili e l’attigua Chiesa di Santa Maria del Popolo avvenuto il 5 aprile 2019.

Lo sgombero – In tutto vennero evacuate dalle proprie case – di pertinenza dell’Asl Napoli 1 Centro proprio come l’ospedale in nome della solidarietà e della cura degli indigenti che fu il vero motivo della nascita del nosocomio a metà del 1500 –   21 famiglie che per alcuni mesi furono costrette a dimorare in vari alberghi della provincia di Napoli, molto lontano dai luoghi abitati per decenni, a spese della stessa Azienda Sanitaria Locale. Successivamente, con la delibera numero 914 del 6 agosto 2019 la Regione Campania concesse un’erogazione per gli anni 2019 (al netto dei mesi antecedenti allo sgombero) e del 2020 di 3000 euro annui per ogni nucleo familiare coinvolto, fondi da utilizzare per l’affitto di altri appartamenti in attesa della conclusione di lavori evidentemente fermi al palo.

I fondi dell’Asl mai arrivati e la rabbia delle famiglie – Ai soldi concessi dalla Regione Campania doveva essere aggiunto, sempre per ogni famiglia, un corrispettivo totale di 2400 euro da parte dell’Asl Napoli 1 Centro.  Cosa che, come sostiene Giuseppe Ruocco, presidente del comitato spontaneo “Gli sfrattati degli Incurabili’’ e portavoce dell’amarezza delle famiglie, «non mai avvenuta. I lavori non sono cominciati e dubito fortemente che il 2022, rispettando il periodo di 36 mesi di sgombero, sia davvero l’anno del rientro». Coordinatore dei tecnici di radiologia proprio all’Asl Napoli 1 Centro Ruocco, dopo essere cresciuto al centro storico di Napoli, è stato costretto a riparare nella cittadina di Melito, a Nord del Capoluogo, pagandosi l’affitto di un appartamento utilizzando i 450 euro mensili circa calcolati dal computo dell’elargizioni regionali. «Purtroppo – aggiunge Ruocco – non mi trovo bene perché le abitudini sono cambiate totalmente. E il discorso può essere allargato anche agli altri abitanti sgomberati ora lontani da casa e con diverse difficoltà economiche e logistiche da affrontare. Ci sono diverse persone con disabilità evacuate. A mia moglie, nel periodo in cui eravamo costretti in albergo, è stato diagnosticato un tumore a un polmone. È assurdo non aver provveduto all’inizio dei lavori. Non solo: l’Asl ha tante case di sua proprietà, potrebbe mettere a disposizione quelle». A seguire legalmente il Comitato Gli sfrattati degli Incurabili’’ è l’avvocato Vincenzo D’Aniello che nel corso di questi due anni ha sollecitato più volte la direzione generale dell’Asl Napoli 1 Centro a intervenire per garantire le cifre promesse e cominciare i lavori ricordando altresì le spese sostenute dagli inquilini sfrattati per il trasloco e per rendere abitabili gli alloggi in cui si sono trasferiti. Sino a ora però, insistono i componenti dei nuclei familiari, il loro futuro rientro è incerto.

Il progetto della Regione Campania – Il recupero dell’ospedale degli Incurabili è inserito nell’elenco dei 10 progetti più 1 della Regione Campania presentato l’anno scorso in campagna elettorale dal governatore Vincenzo De Luca. Secondo quanto specificato nella scheda di presentazione del progetto, (calcolato in 100 milioni di euro) oltre alla creazione di un polo museale degli Incurabili, inserito nel piano di risanamento statico conservativo e di restauro architettonico, è previsto il recupero e la restaurazione per restituire “alle famiglie le unità abitative storiche’’. Obiettivo che appare lontano. 

di Antonio Sabbatino