Mettere in relazione i diversi aspetti del mondo formativo e scolastico per contrastare la povertà educativa minorile che in tutt’Italia ha numeri significativi. Se n’è discusso quest’oggi in una conferenza stampa al Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II (e da remoto) in relazione dal progetto nazionale Sentieri Ponti e Passerelle. A confrontarsi rappresentanti istituzionali, fondazioni, associazioni come quella dei Quartieri Spagnoli Onlus, capofila del progetto Sentieri Ponti e Passerelle che ha particolare attenzione alla categoria dei cosiddetti Neet, cioè ragazzi che non studiano e non lavorano, in relazione soprattutto alla fascia d’età che va dai 16 ai 18 anni. Ad esserne coinvolta anche l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. La rete in questo caso coinvolge principalmente 3 città, Napoli, Reggio Calabria e Messina (con scambi culturali anche con Milano e Trento) con destinatari 25 ragazzi in tutto in un percorso alternativo al biennio delle scuole superiori per dare loro gli strumenti necessari ad orientarsi per capire quali sia la strada a loro più confacente.

È necessario ricordare qualche dato per avere più chiaro il quadro. Secondo il rapporto pubblicato di recente da Save the Children, in Italia più di un milione, cioè un bambino su 10, vive in condizioni di povertà assoluta; 2,3 milioni in povertà relativa su oltre 9,8 milioni di bambini e adolescenti. Secondo quanto prodotto dall’indagine Pisa del 2016, nel nostro Paese in Italia la povertà cognitiva è ancora da associare principalmente allo status socio-economico e culturale della famiglia. Si legge sempre nel report di Save the Children: “Più di un terzo dei minori di 15 anni che vivono nel 20% delle famiglie più disagiate (o primo quinto) non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica e lettura, rispetto a meno del 10% dei quindicenni che vivono in famiglie con i livelli socioeconomici e culturali più elevati (ultimo quinto o “top 20%”)’’. «Ben vengano queste sperimentazioni come il progetto Sentieri Ponti e Passerelle» ha affermato il vicepresidente di Con i Bambini Marco Rossi Doria aggiungendo: «È importante coinvolgere le realtà educative e scolastiche, il Ministero dell’Istruzione ma anche il civismo del terzo settore ed enti di prossimità come i Comuni per costruire nuovi percorsi». Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore comunale alla Scuola Annamaria Palmieri. «Fondamentale non è solo la prevenzione sulla dispersione scolastica ed educativa ma anche la responsabilizzazione collettiva come il Comune di Napoli cerca di fare con l’associazione Quartieri Spagnoli. A me non piace parlare di mondi alternativi quanto piuttosto di un’armonia tra il mondo della formazione, dello studio per la consapevolezza del sè». «Il problema è nazionale. La dispersione si nota soprattutto tra le classi medie e le prime due delle superiori. Noi – spiegato Giovanni Laino dell’associazione Quartieri Spagnoli onlus – cerchiamo di formare i ragazzi tentando di fargli avere sempre la testa sulle spalle anche con laboratori che coinvolgono il Corpo, il Cibo, la Terra, il Mare. Pensare con le mani, è uno degli slogan di Sentieri Ponti e Passerelle» partito lo scorso settembre e che continuerà in futuro arrivando a coinvolgere altre decine di ragazzi. D’accordo sul «nuovo patto educativo  e scolastico  dando sistematicità alla questione» anche Lucrezia Stellacci del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali al Ministero dell’Istruzione Lucrezia Stellacci.  

di Antonio Sabbatino