Rieducare, valorizzare competenze e inclinazioni, riconsegnare al mondo una persona rinnovata nell’approccio alla realtà che ritrova fuori dalla cella. E’ questo l’obiettivo perseguito attraverso il protocollo d’intesa siglato tra il Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria per la Campania e la onlus “Il Carcere Possibile”. Un accordo sottoscritto dal provveditore Antonio Frullone e dalla presidente della onlus, l’avvocato Anna Maria Ziccardi, attraverso il quale da un lato il Provveditorato mira a consolidare i rapporti di collaborazione con quegli organismi che sono impegnati nelle attività di reinserimento sociale dei detenuti, promuovendo e incentivando iniziative progettuali per la rieducazione e l’inclusione socio lavorativa; dall’altro l’associazione persegue il fine della solidarietà sociale, civile e culturale nei confronti di chi è ristretto in carcere.

 Una «stabile e sinergica collaborazione» per il recupero sociale dei detenuti, missione perseguita dal P.r.a.p. e da “Il Carcere Possibile” Onlus da due fronti diversi, ma uniti, che si concretizzerà attraverso percorsi e iniziative, campagne di sensibilizzazione e attivazione della rete territoriale. Il valore aggiunto, in questo caso, è che un ente pubblico ‘incontra’ un’associazione senza scopo di lucro per realizzare quanto cristallizzato nell’articolo 27 della Costituzione, pietra miliare del fine rieducativo della pena nel nostro ordinamento.

Il protocollo, firmato pochi giorni fa presso la sede del P.r.a.p. in via Nuova Poggioreale, non è che uno degli ultimi capitoli dell’esperienza decennale della onlus presieduta dall’avvocato Ziccardi. Un’associazione fondata nel 2003 e che nel corso degli ultimi diciotto anni ha inanellato una serie di progetti destinati alla popolazione carceraria che hanno avuto al centro sempre la cultura, le competenze e perché no la speranza, affidata a corsi professionali ed esperienze culturali che arricchissero la vita dei detenuti prima tra le mura e poi una volta fuori dal carcere.  

«Il nostro impegno – spiega l’avvocato Ziccardi – è realizzare una serie di iniziative di formazione culturale, professionale, sociale e il protocollo d’intesa sottoscritto con il P.r.a.p. costituisce l’apice di un lungo percorso. Scopo di questa collaborazione è sempre e comunque il reinserimento dei detenuti, in linea con altri protocolli firmati in passato». Dai corsi da chef in carcere sino al teatro portato fuori dalle mura degli istituti su palcoscenici prestigiosi; dai libri e i compendi (importantissima in questo caso la ‘Guida ai diritti e doveri dei detenuti’ tradotta in 7 lingue e distribuita nelle carceri campane) fino ai convegni e alle manifestazioni di sensibilizzazione sulla vita in cella, Il Carcere Possibile Onlus insegue una sfida che oggi,  mentre si chiedono a gran voce misure adeguate a tutela dei detenuti in tempi di Coronavirus e la morte di Raffaele Cutolo rianima il dibattito sul 41 bis, appare quanto mai ‘illuminata’ e giusta.

di Bianca Bianco