«Caro Maestro, ti scrivo una lettera perché in questa situazione drammatica siamo impossibilitati a praticare kung fu che è molto più di uno sport, è uno stile di vita». È l’incipit di una delle tante lettere che i discepoli di arte marziale del maestro Domenico Fontana gli hanno scritto in questi mesi di lontananza dal tappeto verde. Bambini e ragazzi di diverse estrazioni sociali che tutti insieme hanno vissuto, fino a prima della pandemia, le esperienze e le emozioni di quello sport nato lontano dal Mediterraneo e di cui sentono ancora di più la mancanza. Non solo dell’attività fisica, rinchiusi in casa come tanti per le limitazioni dovute al contenimento del contagio, ma, forse ancor di più, per quella palestra di vita.

«Il Kung fu mi ha reso un ragazzo forte e in grado di superare le mie paure. Non praticarlo mi rende un adolescente debole ed insicuro». O anche: «Le arti marziali sono state fondamentali per la mia crescita, mi hanno aiutato a modificare e rafforzare il mio carattere. Inoltre, mi hanno fatto conoscere persone fantastiche che ci sono sempre state nei miei momenti di sconforto, facendomi apprendere le mie capacità ma soprattutto i miei limiti che giorno dopo giorno grazie a voi cerco di superare». Ragazze e ragazzi che vivono lo sport come percorso di vita, non solo come prestazione agonistica. Le mura della palestra diventano una loro seconda casa, dove confidano paure e emozioni e il maestro, in questo caso, diventa un punto di riferimento, soprattutto per chi quel punto l’ha smarrito.

Domenico Fontana, già militare delle forze speciali italiane, cintura nera sesto Dan, ha raccolto tutte le missive ed ha risposto loro confortandoli e rassicurandoli con una lettera emozionante. «In questi anni ho conosciuto persone stupende che hanno catturato la mia anima ed il mio cuore. Bambini che hanno attraversato la mia corazza da duro strappandomi sorrisi, ragazzi che hanno saputo farmi emozionare e piangere dando l’animo sui quadrati da gara». Ha detto loro, aprendosi a loro: «Ora è un momento difficile dove la cosa più incline è perdersi, dove non puoi dare risposte ma puoi tenere duro perché mollare sarebbe abbandonare tutte le persone che credono in te».

Quindi, Fontana ha lanciato un appello al governo affinché «dia più valore e importanza al settore dello sport e delle arti marziali, perché questo momento ci ha tolto molto ma ci ha anche dato tanto. Adesso – ha detto il maestro di kung fu – è l’inizio di una nuova vita dove sono più chiare le cose che veramente contano».

di Raffaele Perrotta